Oggi è la festa della donna. Posso dire la
mia? Sticazzi. Comunque. Voglio cogliere l'occasione di questa inutile
festività commerciale per dedicare un post alle mie amiche. Devo dirvi che
queste donnine che fanno parte della mia vita si contano sulle dita di una
mano. Sapete che sono poco socievole, no? Però ci sono persone che restano. E
le mie amiche si, sono rimaste. Alcune. Quelle buone, diciamo. Altre le ho
perse strada facendo. E, vi dirò. Vivo lo stesso. Ma andiamo avanti. Per non
ritrovarmi a dover dare poi spiegazioni di qualsivoglia genere lo dico ora e
non lo ripeto più. Donne, non vi metto in ordine di importanza. Perciò
non voglio sentire cose tipo "Ah brava hai messo prima lei di me vuol dire
che le vuoi più bene. Ed io chi sono, eh?". No perché io lo so, che poi va
a finire così. Sciocche che non siete altro. Ad ogni modo. Le mie amiche sono
tutte belle. Sono tipe toste. E sono piene di difetti, come me. Le amo anche
per questo. E, a modo mio, ve le voglio presentare.
Amica, ci sei tu. Ti ricordi il primo
sguardo che ci siamo lanciate? Si, quello lì. Quello il cui significato da
parte di entrambe era una cosa tipo "Troia! Ti spacco!". È da
quell'occhiata che non ci siamo più lasciate e, spero, mai ci lasceremo. Certo,
abbiamo litigato. Parecchio, anche. Ma quante ne abbiamo combinate insieme? E
quante volte ci siamo prese per mano e abbiamo superato i momenti difficili?
Noi no, non siamo amiche che si abbracciano spesso. Ma tu sei l'unica che
volendo riesce a strapparmi un abbraccio. Niente gelosie tra di noi. Nemmeno la
più banale. E se voglio dirti una cosa, so che non ce n'è bisogno, perché l'hai
già capita. Amica, undici anni insieme e non sentirli.
Amica, ci sei anche tu. Ti ricordi la
prima volta che abbiamo rotto la barriera dell'asocialità che ci contraddistingue
e abbiamo deciso di uscire insieme? È stato divertente, o no? Noi ci
insultiamo, ci cazziamo a vicenda e ci prendiamo in giro. E tu sei avanti,
donna. Lo sei più di chiunque altro, me compresa. Sei sempre con i piedi per
terra. Anche se credo che a volte sogni un po' anche tu. Tu sei quella dei
pensieri e dei consigli più crudi. Quelli che nessuno osa mai darti. E ci sei
sempre e comunque. Anche quando non avresti voglia di esserci. Noi non
piangeremo mai insieme e forse non ci prenderemo mai per mano. Ma non ce n'è
bisogno. E questo lo sappiamo io e te. E nessun altro. Amica, quando ti sposi
(dai che prima o poi...) facciamo i bagordi. E chiamiamo i nostri figli Eugenio
e Abelardo. Non mi dire che non ci stai.
Amica, eccoti qui. Eravamo bambine quando
ci siamo viste per la prima volta. Ma di quante cazzate abbiamo parlato? E ti
ricordi, i tuoi libricini sulle pantegane? Uno dei pochi ricordi divertenti che
mi resta di allora. E quante volte ci siamo difese l'un l'altra dalle perfidie
dei compagni di classe? E adesso, dopo tutti questi anni, non potremmo essere
più diverse. Tu non potresti essere più fantastica di così. A te non frega
niente di quello che pensa la gente. Non ti importava nemmeno allora. O forse
eri brava a non darlo a vedere. Ma eri la mia roccia. E per questo ti ammiravo
e ti ammiro anche ora. Sei sempre sincera, con me. E quando vuoi dire una cosa
la dici. Punto. Amica, grazie di esserci sempre stata, nonostante i miei
innumerevoli cambiamenti. Abbiamo mai litigato? Non ricordo. Ma ne dubito. Non
si può litigare con te.
Amiche, che dire. Vi voglio bene. E ve ne
vorrò sempre. Che slancio di romanticismo, eh? Mica ve la aspettavate questa,
vero?
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ç___________ç Sono commossa. E anche le pantegane sono qui che frignano, il che è una cosa un po'pietosa da vedere. Non farci fare queste cose, dai!
RispondiEliminaP.S. Complimenti per il quarto seguace!!!