venerdì 2 agosto 2019

Buio pesto

Succede che sei lì, sul tuo letto, nella tua camera, con il tuo computer sulle gambe e una dozzina di libri abbandonati al tuo fianco, una biro, un taccuino, il cellulare, una gatta, una tazza di caffè, due pacchetti di crackers che assorbono l'alcool che è una meraviglia, il sole, il ventilatore puntato, lo sbadiglio cronico, la testa lenta.
Sono giorni che stai tappata in casa a scrivere, a rileggere, a pensare.
Pensare non è bene, lascia che le parole fluiscano veloci, in un percorso unidirezionale senza tappe né fermate né soste per pisciare, lasciale correre per il sistema nervoso, lascia che siano le dita a decidere, molla il colpo, sorella.
La gatta si lecca il culo. Le dai un calcetto perché, dai, cazzo, mi distrai con quel rumore di lingua ruvida che pulisce l'indicibile, vieni, dai, vieni di là che ti do un crocchetto e non spaccare più la minchia.
Bevi un sorso d'acqua, anzi due, un altro caffè, perché no, il caffè ci sta sempre bene.
Buio pesto.
La finestra sbatte, la gatta ti guarda, è in allarme.
Infili le infradito, esci, trascini le piante, ti lasci frustare dal vento che, ti sta avvisando, non ci andrà piano, ha in mente grandi cose, per noi.
La persiana sbatte, il sole si nasconde, il ventilatore è spento, gli antifurti suonano, tagli una mozzarella, un pomodoro, due olive. Mangi in piedi, davanti alla finestra, il vento infuria - te l'aveva detto - le gocce frantumano l'aria e si schiantano a terra con fragorosi cic.
Torni di là, apri un libro, le folate sollevano tende, tendoni, pezzi di ferro instabili sui tetti.
La distruzione pare imminente, saluta tutto ciò che conosci, digli addio o arrivederci, stai pronta ad arrangiarti, dimentica ciò che hai avuto fino ad oggi.
Dì, te ne eri accorta della fortuna?
La gatta dorme e, ogni tanto, muove la bocca.
Devi finire il libro, manca poco, pochissimo.
Quelle parole che aspettavi arrivassero a nutrirti l'anima o a danneggiartela per sempre sono arrivate, un po' miele, un po' fiele, le hai rigirate tra le dita, annusate, leccate, mandate giù.
Ti servivano, è evidente, non riuscivi a concentrarti su nient'altro, in loro attesa.
Dovevano farti da conferma o da boia, come se ogni tuo respiro dipendesse da loro e, in loro assenza, shhh fai piano, inala meno aria che puoi, da brava, fallo per me.
Devi finire il libro, manca poco, pochissimo.
Buio pesto, dove sei?
Ti sei fatto irretire dalla luce, plagiare dal cielo, trascinare dal vento?
Apri gli occhi, bambina.
Il momento è qui, ora.
Ti aveva avvisato, lui.
O no?

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato



13 commenti:

  1. La furia iconoclasta si è abbattuta sugli ignari e assonnati lettori di Ade.
    Questo sintetico commento scritto di mio pugno è possibile copiarlo parzialmente o interamente, oppure darlo in pasto alla gatta che si lecca istericamente e quando ha sonno dorme e, ogni tanto, muove la bocca.

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  2. Pensavo avessi fatto il pesto...
    Scrivi gioia, scrivi.
    In direziine ostinata e contraria 😘

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  3. ho come l'impressione che, in uno stato simile, a chiudere gli occhi e a lasciarsi andare, parta qualcosa di simile all'auto-scrittura. e wow, quanto mi piacerebbe godermi lo spettacolo

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  4. e noi intanto continuiamo ad aspettare... :-)

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  5. Dai, sempre meglio di quella volta che siamo andate a fare la spesa e il cielo si è abbattuto su di noi non lasciano niente d'asciutto, neppure le mutande.

    Comunque veloce a finirlo sto libro che qua c'è gente che aspetta <3

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  6. Però ci siamo divertite, via XD
    Va bene, mi muovo, mi sto muovendo.

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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