mercoledì 29 febbraio 2012

I'm a rocker, baby



Ebbene sì. È esattamente così che amo pazzamente definirmi. Anche se, devo ammetterlo, nella vita sono mutata parecchio. Cominciamo dal principio? Ma sì, via. Che non ho niente di meglio da fare. Dunque. Quando ero bambina La Madre mi infiocchettava e si divertiva a conciarmi e pettinarmi in modi assurdi finché arrivava papà e ranzava via tutto. Zac, colpo di forbice. E voi magari pensate che questo la fermasse? Assolutamente no. Ad ogni modo. Verso i sei anni ho cominciato a prendere possesso delle mie facoltà persuasive (urlavo. funziona sempre) e ho preso la ponderata decisione che io no. Non volevo essere una femmina. Così ecco quello che facevo. Rincorrevo i maschietti e li picchiavo (ne acchiappavo sempre e solo uno perché aveva i riccioli lunghi che svolazzavano), giocavo a calcio, prendevo in giro le bambine che giocavano con le barbie (anche se poi a casa di nascosto ci giocavo pure io), mi arrampicavo sugli alberi, mi sbucciavo ginocchia, gomiti e quant'altro, vomitavo nel corridoio della scuola e poi ridevo e così via. Certo, la vita di una bimba con questo proposito non è facile se a casa c'è mamma che mette la Pausini, Ramazzotti, e Baglioni a tutto volume. Ma dalla mia parte c'era papà che mi sparava i Litfiba e Ligabue. Ahimè, certe canzoni della Laura le conosco a memoria ancora adesso. Ma son cose tristi di cui non parlerò. Crescendo non ho mutato di molto questa mia mascolinità (anche se cominciavo a scrivere sul diario segreto I Love Tizio e cose così) perciò, vista la gravità della situazione, era venuto il momento che La Nonna facesse qualcosa. Tipo seguirmi in piazzetta e tentare di dissuadermi dal giocare a pallone coi ragazzi più grandi. Tutti maschi, intendiamoci. Tipo chiamare papà e pregarlo di fare qualcosa, altrimenti le sarebbe scoppiato il cuore. Tipo minacciarmi che se non mi fossi messa la gonnellina non mi avrebbe preparato il corredo per il matrimonio (Nonnaaaaa io non mi sposerò maiiii, capito??). Ed io, da parte mia, la guardavo con la mia faccia da schiaffi e le mostravo il grosso buco sul ginocchio dei miei pantaloni mimetici col cavallo basso. Parliamone. E cosa ascoltavo nel mio Walkman azzurro oltre ai Backstreet Boys? Ovvio. I Blink 182. Sembrava sempre di più che stessi prendendo la strada giusta. Purtroppo per me, però, l'adolescenza incalzava ed io mi ritrovavo a sbavare sulle magliettine della Onyx e le zeppe Fornarina della mia amica. Cose che io non avrei avuto mai (adesso che ne sono cosciente, per mia fortuna). Mi ha vestita La Madre per tutte le medie (sarà anche per questo che non mi cagava nessuno?) e l'unica cosa che sono riuscita ad ottenere è stato un Eastpak blu, l'ultimo anno. Quando le cose ormai erano irrecuperabili. Passato l'inferno, però, ho capito che la decisione più giusta sarebbe stata quella di adeguarmi alla gente a cui volevo piacere. Sia come apparenza, sia come musica, sia come tutto. E, sì, lì è iniziato il periodo buio. Rossetto rosa e discoteca. Vi parlerei anche del periodo gabberina ma, mi dispiace, è troppo imbarazzante. Sono rimasta nel tunnel un paio d'anni. Anche se di nascosto compravo ancora i cd dei Blink. Finché un giorno, boom. Illuminazione. Ho pensato, sai che c'è? Che vaffanculo. Ho mollato tutto e sono tornata il maschiaccio di prima, con un po’ di stile in più. Capelli corti e supercoloratissimi, pantaloni col cavallo alle ginocchia e mutande rigorosamente in vista, Etnies ai piedi, totale incuranza negli accostamenti di colore, vistoso cerchietto al naso e soprattutto tanta, tanta musica rock. È durata un paio d'anni, anche lì. Finché un giorno una vecchia amica ribeccata per caso non mi fece notare una cosa alla quale non avevo mai fatto caso. Se sei figa, ti vesti da figa e ti comporti da strafiga tutto è più semplice. Le macchine si fermano per farti attraversare la strada, anche se stanno andando a 90 km orari. Ti aprono la porta quando entri in qualsiasi posto. Ti sorridono e ti offrono da bere. Divertente, davvero. Inutile dirvi che, dopo un po' di imbarazzo iniziale (tipo oddio ma devo proprio mettere la gonna? Anche i tacchi? Guardami ma sono orribile! Anche se in realtà non lo pensavo affatto ma era troppo dura ammetterlo a me stessa figuriamoci a lei) ci ho preso gusto ed eccovi servito il mio nuovo stile. Mai abbinare più di due, al limite tre colori insieme. Niente colori accesi. Un intero guardaroba costituito da capi neri, marroni, grigi e blu. Stivali, tacchi, borsette e capelli lunghi. Le borchie? No no, per carità. La borsa azzurra col teschio? Non sia mai. La cintura verde militare? Archiviata. La musica rock? Eh no, bella. Quella te lo scordi. Impossibile da abbandonare. Comunque questo non mi ha impedito di diventare una perfetta signorina ben vestita. La mia preoccupazione davanti allo specchio? Cosa penserà la gente se metto la scarpa marrone con la giacca nera? Non se ne parla. Via, immediatamente. Come? Non ho sentito bene. Volete sapere quanto è durata? Giusto il tempo di accorgermi che tutto è più bello, mischiando un po’ di colori. Compresa io. E che non c'è niente al mondo che io ami di più delle mie Converse e dei miei accessori borchiati. E che se mi vesto strana e la gente mi guarda, sapete, non me ne frega un emerito cazzo.
Ad ogni modo, ora è finita. Si vede che non era vero amore, vi pare?









































Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato.



2 commenti:

  1. vogliamo parlare del mio di percorso stilistico? No per favore! Sembro una schizofrenica!!!

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  2. Tu lo sai che in parte è anche colpa tua, vero?

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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