giovedì 20 marzo 2014

A volte Ade si perde

Ve la immaginate?
Vaga. Le scarpe rosse e il naso per aria.
Mormora tra sé e sé: "Ma dove cazzo sono finita?". Però non smette di camminare. Mai.
Poi Ade si ritrova. Puf. E non è mai quella di prima. Il sorriso è diverso, la voce è diversa, lo sguardo è diverso. Dove sei stata, eh? Lo sai che poi mi preoccupo. Lo sai che non devi fare così.
Ma tutto è inutile, con lei. Perché lei non si ferma, continua a camminare.
Le suole si consumano su quella strada piena di curve e salite e discese e tornanti e buche, ma che dico buche, voragini. Sì, voragini.
Dove sei, Ade?
Sono qui.
Non ti vedo, lo sai, il tuo viso è nascosto nell'ombra. Stai sorridendo, si? È forse un sorriso quello?
Persone, cose, fatti, lune, suoni, cosa ti sei portata dietro? Quante cose hai raccattato, stavolta?
Tante.
Forse troppe?
No, mai abbastanza.
Ma dove vai adesso, eh? Non ti fermi per la notte? Non vuoi riposare un po'?
Ma non mi sente più, è già lontana. Persa, di nuovo. O forse no. Forse stavolta no.
Ma che importa, poi? Non è detto che perdersi sia sbagliato, no? A volte è proprio perdendosi che si trova la strada migliore. Quella col panorama più bello, dove fermarsi e fare "ooooh". E togliersi le scarpe e correre giù, togliersi i vestiti, correndo, e non pensare più.
E mentre va via l'ascolto cantare. La sua voce è più forte, adesso. Dove l'avevi nascosta, eh? Volevi forse tenerla solo per te?
Non chiedetemi di scegliere, no. Perché adesso, oggi, questa volta, sceglierei me.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

domenica 9 marzo 2014

Il fatto è che non ho nessuna voglia di esistere

Svegliarsi e sorridere. Che cosa meravigliosa, no?
E chi lo sa? Io mi sveglio e penso vaffanculo.
È triste, davvero. Vorrei amare e invece odio.
Odio la sua voce, la sua faccia, la sua presenza.
Odio chi mi ostacola, anche se il permesso di ostacolarmi gliel'ho dato io.
Odio le domande idiote, le affermazioni stupide, la falsità.
Odio chi non dice le cose in faccia, chi interrompe mentre un altro parla, chi cammina fissandosi i piedi, perché incapace di vedere che esiste tutto un mondo intorno alla propria preziosa aura d'esistenza e che ognuno lo vede a modo suo.
Sono felice quando sono sola, quando posso godere del mio silenzio e concentrarmi sulla voce che mi canta quella canzone che io ascolto ancora e ancora e ancora.
Sono felice quando chiudo gli occhi e posso immaginare cose che nessuno può vedere, nessuno può sentire, nessuno saprà mai. Il mio mondo ideale dove posso vedere un sorriso e sorridere anch'io, dove niente di ciò che faccio è sbagliato ed io so esattamente dove sto andando e non importa se poi cambio improvvisamente direzione perché non ci sono dubbi, lì, non ci sono baci freddi, abbracci non dati, parole non ascoltate e non c'è dolore e tutto va bene, lì. Perché non importa se sbagli, non tutto deve essere perfetto, tu non devi essere perfetto e niente niente niente è perfetto e va bene così, lì.
Come ci si sente a sapere di aver fatto la scelta giusta?
Come ci si sente ad essere diversi da me?

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venerdì 7 marzo 2014

Sometimes is never quite enough.


"Be a good girl, you've gotta try a little harder.
...what's the problem? Why are you crying? 
We'll love you just the way you are... if you're perfect..."

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