martedì 28 gennaio 2014

Sbarra la porta

E non permettere a nessuno di entrare. C'è spazio solo per te.
Piangi di rabbia, l'esperienza ti ha insegnato che prendere a pugni il muro non è la soluzione.
Chiudi a chiave, lui non deve entrare, non capirebbe. Non ha mai capito e mai lo farà.
La speranza è inutile quanto un bagno occupato quando devi cagare.
Non sfidarmi, dovresti fartelo tatuare sulla fronte. Non sfidarmi perché è la cosa peggiore che tu possa fare.
Sei una mina vagante, e lo sai. Ci vuole un attimo per farti perdere il controllo.
Una lacrima, una soltanto.
Perché non è mai tristezza, mai. È sempre rabbia. E quando arriva è violenta, possessiva, maledetta, traditrice, puttana.
E tu la ami, lo sai. La adori e la veneri e la odi e la detesti e vorresti liberartene, vorresti non essere così, vorresti tornare indietro click click click tutto finito. Tutto finito così.

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lunedì 27 gennaio 2014

Crocchette goderecce di miglio


Per questa ricetta ho preso spunto da qui. Che dire. Una meraviglia! Seguitemi.

Ingredienti:

  • 200 grammi di miglio cotto
  • 4 cucchiai di farina
  • scamorza affumicata
  • un paio di patate
  • pangrattato
  • sale
  • pepe
  • olio extravergine di oliva
Preparazione:

Tagliate le patate a dadini piccoli e fatele saltare in padella con un filo d'olio, sale e spezie a piacere. Tagliate la scamorza a dadini. In una ciotola unite miglio, farina, patate, scamorza, sale e pepe. Mescolate bene bene bene. Formate delle polpettine, passatele nel pangrattato e cuocete in padella con un filo d'olio fino a completa doratura.



Sono la fine del mondo! Oddio, moriremo tutti!

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venerdì 24 gennaio 2014

Livelli

Stamattina metto la musica così l'Ade non mette le cuffie.
Tanto le metto lo stesso. (livello di acidità 88%)
Sei asociale.
Lo so. (livello di acidità 94%)
Allora io alzo il volume al massimo così ti disturbo.
Tu provaci. (livello di aggressività 100%)

No, non ci ha provato.

Ma non possiamo ascoltare la musica tutti insieme?
No. (livello di acidità 96%)
Perché?
Perché per almeno una quarantina di minuti al giorno gradirei non dovermi subire le tue stronzate. Ti sembra una spiegazione abbastanza gratificante? (livello di acidità oltre i limiti massimi di legge, praticamente potrei diventare un serial killer, a breve.)

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giovedì 23 gennaio 2014

Parole da cancellare

Chiaramente lui ha condizionato tutta la prima parte della tua vita. La scelta degli studi, il lavoro...
Sì.
Si può dire che eri succube...
Sì.
Va bene, ma adesso? Voglio dire, quando pensi al tuo rapporto con lui, la parola che ti viene in mente è ancora succube?
No.
È il contrario, vero?
Sì.
Bene, allora cancelliamo questa parola.


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mercoledì 22 gennaio 2014

Quando mi fisso

Con una canzone è la fine.
Sono seduta alla mia postazione, cuffie e ondeggiamento di testa e spalle, Lazy che cerca di mangiare la mia frangetta, poi mi annusa il naso, poi rosicchia il dizionario d'italiano, poi quello d'inglese, poi la chiavetta usb e infine tenta di derubarmi del mio evidenziatore giallo, per farne la sua preda perfetta.
Replay. Alza un po' il volume, cazzo. Che non si sente niente.
Lo stato d'animo potrebbe essere quello giusto per un nuovo capitolo, ma ora non riesco a concentrarmi come si deve.
Cos'hai per la testa, eh? Cosa, eh?
Alza il volume, cazzo.
Sto prendendo lezioni di tecnica vocale, scoprendo quello che posso veramente fare, essere, diventare. Se solo la smettessi di essere così dannatamente legata ai miei schemi mentali che non fanno altro che riempirmi di paure. Paura di oggi, di domani, dell'anno prossimo. Cosa ne sarà di me, eh? Lo sai tu? Lo puoi davvero prevedere, tu? Pensi davvero che preparare infiniti elenchi di parole da leggere e rileggere quando te la fai nelle mutande ti servirà a qualcosa? Illusa.
Alza il volume, non farmi incazzare.
Va tutto bene, sì? Benissimo, cazzo. E smettila di dire cazzo, cazzo. Ma è una parola così bella, ha un suono talmente grazioso e risuona nella mia cavità orale con una leggiadria che nemmeno Carla Fracci, cazzo.
Replay.
Can we pretend that airplanes in the night sky are like shooting stars... I could really use a wish right now, a wish right now, a wish right now...

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lunedì 20 gennaio 2014

Polpettine di zucca


Cara la mia gentaglia, oggi ci cimentiamo nella preparazione di codeste polpette megabuone. Siccome sono particolarmente in vena, indosserò un grembiule rosa coi cuoricini (questa è una cazzata, inutile che ve lo spieghi) e mi metterò una parrucca per assomigliare a quella tizia lì che sforna libri di ricette come se ne cagasse giornalmente, dopo il cappuccino con la brioche (dio, come adoro la mia volgarità.).
La ricetta originale di queste cosine buonine, la trovate qui, nella patria della mia guru della cucina, colei che sforna cose di una perfezione miracolosa, aggiudicandosi la mia completa e totale sottomissione.
Sì, lo so. State pensando ai frustini e alle palline vaginali, adesso. Com'è cambiato il mondo, dopo le cinquanta sbavature di stronzate! Ok, ho finito.
Siccome ho deciso di fare la blogger seriAHAHAH, questa volta (probabilmente l'unica) avrete una foto anche per i vari passaggi. Dico io, ma dove la trovate una come me, eh? Dove!

Ingredienti:
  • un quarto abbondante di zucca
  • due cucchiai di gomasio (condimento a base di semi di sesamo e sale)
  • aglio in polvere
  • prezzemolo secco
  • pepe
  • sale (poco)
  • dieci cucchiai di farina di ceci (circa, giudicate voi dalla consistenza)
  • una dozzina di cucchiai di pangrattato (idem come sopra)
  • farina di riso q.b. per impanare
  • olio extravergine d'oliva
Preparazione:

Tagliate la zucca in pezzettoni grandi, senza sbucciarla. Mettete i pezzi in dei cartocci di alluminio (due o tre per foglio) e cuocetela in forno a 200° per circa 30/40 minuti. Una volta pronta, lasciatela raffreddare, togliete la buccia (che verrà via come niente) e schiacciatela in una ciotola. Aggiungete il gomasio, l'aglio, il prezzemolo, il pepe, il sale e cominciate ad aggiungere la farina di ceci, mescolando. Aggiungete poi il pangrattato fino ad ottenere la consistenza desiderata.


consistenza desiderata
Formate tante piccole polpettine e passatele nella farina di riso.


assemblaggio delle polpette

Scaldate un filo d'olio in una padella e cuocetele a fuoco medio fino a completa doratura.

cottura delle polpette

Tadaaaaam. Fame?
polpette pronte per essere divorate

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domenica 19 gennaio 2014

Linguine al pesto di spinaci


Eggniente. Che sono una vegetariana doc, già lo sapete. Ciò che non sapete, però, è che spesso e volentieri mi capita di trovarmi nel bel mezzo di poco simpatici conflitti interiori. Siccome oggi sono in vena di confidenze (prendetela al volo, questa. quando vi ricapita?), mi ritrovo qui a cercare le parole per spiegarvi come mi sento. Cosa difficile. Cosa che non faccio mai. Cosa che mi sto già quasi pentendo di aver anche solo pensato di fare. Ma tant'è. Sono riuscita a confondervi in cinque righe, vero? Bellina, io. Va bene, la smetto. Dicevo. Ah, sì. I conflitti interiori. Quasi quotidianamente mi capita di fermarmi a riflettere sulla mia scelta. Non è stato difficile, rinunciare alla carne. Che poi il verbo rinunciare è inesatto. Perché non vedo rinunce, in quel che faccio. Non mi sono mai pentita, non ho mai avuto ripensamenti, non ho mai ceduto. Dal momento in cui mi sono resa conto che sì, ciò che mangiavo non era un "cosa" ma un "chi", non ho più potuto essere parte di tale abitudine mangereccia. È stata una cosa fisica, proprio. Una cosa che non potevo più fare. E basta. Non è stato difficile nemmeno abituarmi alle battute della gente. Quelle che arrivano come fulmini a ciel sereno, mentre mangi una pizza in pace con te stessa, e l'idiota di turno ha il buon gusto di dirti che "ciò che fai non cambierà niente" che "è una cosa inutile" che "non sai cosa ti perdi" che "morirai presto" che "prima o poi te ne accorgerai" che "è contro natura" che "l'abbiamo sempre fatto". Non è stato difficile documentarmi, prendere decisioni, combattere, boicottare, cercare la verità, andare controcorrente, prendermi insulti, litigare. Non è stato difficile nemmeno spiegare alla gente che no, non avrei avuto conati di vomito nel veder loro mangiare carne e no, non avrei cominciato a girare per le strade indossando magliette con scritto "assassini" e ancora no, non avrei cercato di convincere nessuno a fare la scelta che ho fatto io. Perché è una cosa che non si impone. È una cosa mia e basta.
Però, ecco, c'è stato un momento in cui sono andata in panico. Perché va bene essere vegetariani, ma vogliamo parlare della sofferenza che c'è dietro alla produzione di latte e uova? Già. Dentro di me volevo essere perfetta e fare TUTTO CIO' che mi era possibile fare, per essere coerente con me stessa e con la strada che avevo deciso di intraprendere. Ciò che ero diventata, mi spaventava. Giravo per il supermercato, in preda a crisi compulsive. Questo no, c'è "estratto di latte in polvere". Questo no, c'è "grana padano 1%". Questo no, questo no. Questo lo puoi mangiare? No.
Ed ero triste. Ero una ragazza triste e in panico totale. Non sei perfetta, cazzo. Ade, lo vuoi capire o no? Devi fare di più, puoi fare di più, impegnati per fare di più.
E sono crollata. Perché le persone come me, quelle che "o tutto subito o niente", quelle che "non puoi permetterti di sbagliare", sono delle incasinate croniche. Presumibilmente i loro cervelli esploderanno all'alba dei trent'anni, di questo sono quasi sicura. E allora mi sono detta che vaffanculo. Non devo essere perfetta. Non devo per forza catalogarmi, per essere perfetta.
Però, adesso, quando mangio un pezzo di formaggio o metto un uovo nell'impasto, SENTO che c'è qualcosa di profondamente sbagliato in questo mondo infame. Che tutto sarebbe più semplice, se solo rispettassimo di più. E sto male.
Perciò mi sono detta che non importa. Perché qui non è questione di perfezione. Qui non è questione di come mi vedono o mi giudicano gli altri. Qui è questione di quello che sento io, quello che voglio io. E io voglio fare il possibile, sì. Tutto ciò che è possibile PER ME.
Questo per dire che l'Ade ha deciso, questa volta in pace con se stessa e non più in preda al panico, di provare nuovamente a limitare al minimo il consumo di latticini e uova. Perché non mi servono, essenzialmente. Però, e questo so già che verrà considerato egoista e poco coerente da molti, non ho intenzione di soffrire per questo.
Cosa ne verrà fuori, non lo so. E comunque presumibilmente non è un problema di nessuno, solo mio.
E adesso che vi ho scartavetrato i coglioni con le mie paranoie, passiamo alla ricetta.

Ingredienti:
  • spinaci surgelati quanto ve pare
  • una manciata di noci
  • olio extravergine d'oliva
  • lievito alimentare in scaglie (per chi non lo sapesse, è una cosa buona. e no, non serve a far lievitare il vostro stomaco. è una specie di integratore alimentare piuttosto saporito, che si usa un po' come si usa il formaggio grattuggiato, per intenderci.)
  • aglio in polvere (poco, per carità)
  • pepe
  • sale
  • acqua q.b.
  • linguine o altro formato di pasta
Preparazione:
È tutto molto semplice e veloce. Lessate una quantità indefinita di spinaci e scolateli, strizzandoli per benino. Frullateli con le noci, un paio di cucchiai di lievito in scaglie, olio, un pizzico di sale e aggiungete acqua se dovesse risultare troppo denso. Cuocete la pasta, scolatela e conditela con il pesto. Che altro dire. Io lo ADORO a mille.

Ps
Una volta ho comprato gli spinaci freschi in cascina. Ovvio, è tutta un'altra cosa. Ma le due ore e mezza che ci ho messo per pulirli mi hanno convinta che quelli surgelati siano il bene. Non so voi.

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sabato 18 gennaio 2014

Mini parmigiana alternativa


E niente. Come al solito ho il reparto bozze che pullula di ricette. Questa, per esempio, è una roba che ho preparato per il compleanno di Mr.Ade (i primi di Ottobre -_-) ed è lì da allora, che aspetta con estrema pazienza che io mi decida a pubblicarla. Purtroppo ha dovuto attendere parecchio, la poverina. Dato che la sua ideatrice ha, ormai da tempo, qualche problema di gestione coi collegamenti tra cervello e Universo. Comunque adesso sono qui e quindi basta con le chiacchiere da bar, prima che i pensieri si lancino in un'altra direzione ed io sia costretta a seguirli, abbandonandola nuovamente a se stessa.

Ingredienti:
  • Una melanzana
  • Una decina di pomodori datterini
  • Un pezzo di fontina
  • Pecorino q.b.
  • Olio extravergine d'oliva
  • Sale
Preparazione:

È tutto molto semplice, sapete quanto io odi le ricette troppo elaborate, no?
Tagliate la melanzana a fette sottili (prima lavatela, eh? zuzzun.) e scottatele sulla piasta. Nel frattempo tagliate i pomodorini in quattro parti e la fontina a cubetti. Foderate una teglia con carta da forno e cominciate l'assemblamento: una fetta di melanzana, qualche pomodorino, qualche cubetto di fontina, una grattugiata di pecorino, fetta di melanzana, pomodorino, fontina, pecorino e ciccia. Infornate a 180° per 10/15 minuti, dando un'ultima botta col grill, alla fine.
Pronterrime.

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giovedì 16 gennaio 2014

Ci sono cose

Che non si spiegano. Per esempio, no? L'altra mattina mi sono svegliata e ho incredibilmente trovato il salotto libero! Oddio! Che succede? Un miracolo? Sant'Antonio ha guardato giù? Vedo una luce! Punta dritta su casa mia! Ok, ho finito. E niente. Presa dall'euforia per quel tempo divino da poter spendere in completa solitudine e pace interiore, mi sono messa al pc e ho cambiato completamente il blog. Non so perché. È andata così e basta. Siccome sono una persona abitudinaria, non ho ancora accettato appieno il cambiamento e non sono sicura che mi piaccia. Boh. Ma tant'è. Insomma, posso sempre rimetterlo com'era prima, no? Devo solo ricordarmi le opzioni che ho cambiato a caso e fare clic. Clic clic. Clic. Bene. Dette le mie stronzate, a voi piace? Era meglio prima? Che dite?
Poi. Ultimamente sono in ballo con un milione di cose nuove e sto bene. Sono serenAHAHAH. Dai, Ade. Puoi spararle, ma fino a un certo punto. No comunque tuttobbene. Davvero. Sto iniziando a mettere in atto i miei piani diabolici e cercando di non andare in paranoia per qualsiasi cosa. Perché ce la faccio, io. Dove diamine sta scritto che non ce la devo fare? Dove! Voglio sapere dove!
Insomma. Tra le altre cose, sto anche pianificando di fottermene bellamente del mondo intero, e farmi quattro o cinque giorni a Londra con Mr.Ade. Avete consigli? Hotel decenti dove avete alloggiato e vi siete trovati bene (ma soprattutto non avete trovato zecche sulla moquette)? Ogni recensione sarà ben accetta. Lo sapete che l'Ade e i viaggi sono due linee parallele che non si incontrano mai, no? Dunque aiuto. Grazie.
Ah, ecco. E poi volevo dirvi che ho un nuovo proposito per quest'anno. Ho deciso di non mangiare più carboidrati. Mi nutrirò d'aria. Come quel tizio che vive sui monti e si alimenta con la meditazione. Cioè, che figata è? Va bene, la smetto. È che non sapevo come chiudere il post. Va bene così, no?

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venerdì 3 gennaio 2014

Questo blog non è una testata giornalistica

Ma la testata posso darvela comunque, se mi beccate in giornata no.
Dette le mie cazzate, vediamo di riordinare per benino le idee. Mi sono appena svegliata, oggi non lavoro perché in negozio non ci sono appuntamenti (cosa che ormai non è più un'eccezione alla regola), in sala c'è odore di tonno perché ho appena dato la pappa a Paco e Lazy e sto bevendo un bicchiere d'acqua (aspettando che mi venga voglia di preparare la moka per il caffè. sì, vecchia scuola, io.), stranamente (e probabilmente per poco) sola nella stanza.
Siamo nel 2014 da, quanti sono? Tre giorni? Sì. La cosa non mi emoziona particolarmente. L'unica cosa che davvero mi preme è che arrivi presto il 7 Gennaio, cosicché io possa cominciare seriamente a mettere in atto le decisioni che ho preso in questi mesi di apatia, rabbia e arrovellamento di neuroni. E abbandono di blog propri e altrui causa infinita rottura di coglioni.
Ma adesso basta con le scuse. Ho deciso (e non per seguire un'infinita lista di propositi per l'anno nuovo) di smetterla di farmi del male e di iniziare a fare quello che voglio davvero, senza paura che questo possa riflettersi su qualcun altro. E soprattutto senza paura delle conseguenze. Perché il mio problema è sempre stato lì. Se vado di là, magari poi succede che. Se però vado di qua, magari poi invece succede che. Ecco. Basta. Chissenestrafrega di quello che succederà se vado in una determinata direzione. Io comincio ad andarci, il resto si vedrà.
E questo è quanto.
Poi c'è il discorso del "che minchia vuoi fare nella vita". Certo, a ventisei anni suonati forse dovrei averlo già ampiamente deciso. E, in effetti, io quello che voglio fare lo so anche. E lo sapete anche voi. E poche persone ancora. Ma è anche vero che scrivere libri, finché non te li pubblicano, non ti fa pagare l'affitto. Però è anche vero che finché sono una precaria e faccio un lavoro che detesto, la mia mente non è abbastanza serena per potersi impegnare a fondo in ciò che vuole. Lo so, l'ho visto e l'ho sperimentato. Sono mesi che non scrivo un capitolo decente. Mesi che non ho idee per nuovi post. Mesi che mi chiudo in me stessa e mando a fanculo tutti, compreso chi proprio non se lo meriterebbe. Quindi, per arrivare al punto, ho intenzione di trovare un'alternativa valida per la mia sanità mentale. E per farlo, ho bisogno di impegnarmi come mai prima e smetterla di fare la fifona del cazzo.
E adesso, belli miei, visto che è da parecchio tempo che latito, vi lascio con una carrellata di immagini salienti di questo periodo, mentre Paco mi starnutisce addosso. Au revoir.

Il regalo di compleanno che la Patty ha fatto per me.
Filius, il randagione infreddolito che ora ha una cuccia calda nel mio box.
Influenza.
Rido.
Pranzi dalla Patty. E che pranzi, santa pazienza.
La mia prima volta col topinambur.

Lazy e il mascarpone.

Paco e la scatola.

Giornali seri (per chi l'avesse riconosciuto, l'ho comprato per farmi due risate con Patty.)

Rido.

Rido pesante.
Libri seri.

Cazzo vuoi?

Alla fine, Mr. Ade si è svegliato e mi ha preparato il caffè. A tutto c'è un perché, ricordatevelo sempre.Va bene, la smetto.

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