martedì 25 settembre 2018

Quando sto male mangio junk food

E niente.
Ieri mattina ero felice e giuliva.
Ho svolto le mie faccende, come una brava massaia.
Ho fatto ricerche per il romanzo e ho scelto una dozzina di libri potenzialmente utili. Il primo che ho preso s'intitola "Ingegneri della jihad", ed è tipo un saggio in cui si cerca una spiegazione razionale del perché sei estremisti su dieci sono laureati in ingegneria. Poi non ditemi che non faccio letture tranquille.
Sono andata a pilates.
Ho pranzato con un toast al formaggio e paté d'olive e un gambo di sedano.
Mi sono ammalata.

Ma come, così, all'improvviso?

Sì. Sarà stato il sedano, non lo so, però sta di fatto che alle tre del pomeriggio snariciavo abbondantemente, alle quattro mangiavo lo yogurt e i biscotti al cioccolato e alle nove morivo sul letto, abbracciata al gatto. Il maschio, perché la femmina non mi cagava di striscio.

E adesso?

Adesso sono sotto le coperte, i miei gatti russano e mi sono appena divorata mezzo pacchetto di patatine al rosmarino. Così ora, oltre al raffreddore, ho pure il mal di pancia, e posso lamentarmi meglio del mio profondo dolore, gemendo anche un po'.
Vi lovvo e, mentre vi lovvo, inizio un nuovo libro di Lansdale.
Cià.

Ps
Comunque stamattina ho anche lavorato un po': ho revisionato il romanzo che manderò al Premio Calvino, dopo la lettura critica di Patty, che ha trovato un paio di errori ortografici e mi ha dato un ottimo consiglio per migliorare l'incipit.

Ri-cià.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

lunedì 17 settembre 2018

I'm back, nànànà nànànànànànà.

E così, anche stavolta, l'Ade è tornata a casa.
Bella la vacanza spartana, avventurosa, in mezzo alla natura, eh?
Però che cazzo, è stata l'odissea delle sfighe.
Ve le riassumerò, per allietarvi la giornata e per festeggiare il mio tanto atteso ritorno.
Arriviamo e, cristoddio, il mare è sporco e pieno di piccole, infide meduse trasparenti che porcalamignotta non fatemi parlare. Poi la pioggia. Perfetto, per due scemi che sono partiti in moto e che alloggiano in una tenda minuscola fatta di un tessuto che assomiglia a carta velina, rotta. Ok, ma non perdiamoci d'animo. Compriamo diciotto metri di cordino, due teli impermeabili e costruiamo un accampamento che manco un tifone ce lo tira giù. Magari non bellissimo da vedere, eh? Ma non badiamo ai dettagli.
Si buca un materassino. Ok, tutto bene, usiamo quello da mare.
Si rompe la zanzariera. Ok, non è un problema, abbiamo gli zampironi.
Si rompe la cerniera della tenda. Ok, questa non ci voleva, ma ce la possiamo cavare. Abbiamo quattro spille da balia arrugginite e un poncho giallo di gardaland, rotto. Lo useremo come porta.
Si buca un altro materassino.
Due giorni prima di ripartire - e dopo averle girate tutte - troviamo la spiaggia perfetta: acqua pulita, giusto una medusa ogni tanto, bel fondale. Decidiamo di cambiare programma e di fermarci due giorni in più.
Mi arriva il ciclo in anticipo.
Nuvoloso, freddo, nuvoloso.
Una colonia di brufoli si impossessa della mia fronte.
Sabato, giorno della partenza: un sole che lasciastare.
No, però bello, eh?
E niente.
Ora via abbandono, lasciandovi con un pugno di mosche e una carrellata di foto.
Poi, forse, un giorno, chissà, scriverò un post serio sulle mie vacanze. Così, giusto per fingere di fare qualcosa di utile per la comunità.
Mi siete mancati, cocchi.
A breve ricomincerò a bazzicare i vostri blog, inquietandovi con la mia lugubre presenza.
Cià.

Tecnicismi.
Stralci di spiaggia figa.
Io che faccio la cacca guardando il mare.
Home Sweet Home
Io che scrivo questo post, in condizioni impervie.
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