lunedì 23 dicembre 2013

Quando tuo padre si rompe una gamba

Tutto può diventare difficile e cristoddio.
Per cercare di riassumervi la pappardella in poche righe e senza farmi venire un'ischemia cerebrale, vi dirò questo: mio padre (aka Il Disturbatore, e il fatto che io gli abbia affibbiato codesto soprannome dovrebbe già essere un indizio per voi affezionati lettori) da circa otto mesi e per motivazioni che non ho nessuna voglia di spiegare perché per oggi di rotture di coglioni ne ho avute già abbastanza, vive a casa con me e Mr. Ade. Che scenetta felice, eh?
Se al miscuglio di scassamenti di cazzo, ci aggiungiamo che ci lavoro insieme (io e lui, lui ed io. la gioia della mia vita, proprio.) e che andiamo d'accordo per circa un quarto d'ora al giorno, poi ci urliamo dietro come nemmeno nella puntata più triste di Uomini e Donne, forse comincio a rendere l'idea.
Insomma. Circa un mese e mezzo fa, splat. Il mio caro papino (e smettetela di immaginarvelo come un adorabile vecchietto, perché non lo è. vi dico solo che porta i capelli biondi. e ci siamo spiegati.) ha ben deciso di spiattellarsi sull'asfalto con lo scooter e di rompersi una gamba. E qui ci ricolleghiamo all'allegro titolo di questo post. Ora, se anche non siete dei geni della matematica, l'operazione è piuttosto facile:
PADRE AKA IL DISTURBATORE + ADE + 24 ORE SU 24 INSIEME + GAMBA ROTTA = ?
Davvero volete che ve lo dica io? Non pensate che abbia già raggiunto il limite massimo di imprecazioni in queste sedici righe?
E niente. Tutto questo per giustificare la mia apatia, la mia totale assenza di stimoli, la mia assoluta non-voglia di scrivere, i miei tic nervosi, la diarrea a spruzzo e tutto il resto (sì, sto esagerando come al solito. mi spiace. in realtà no.). Il punto è che sono pervasa da un odio tale, che non sono più in grado di afferrarlo, spingerlo e incanalarlo nella direzione giusta, ovvero quella che mi permette di piazzare le mie stronzate qui, e farvi fare due risate. Inoltre non ho nemmeno più il tempo materiale per smollare il culo davanti al pc, un po' perché sono ESAUSTA, un po' perché ho SEMPRE qualcuno in mezzo alle palle. Cosa che, voi lo sapete, mi manda assolutamente FUORI DI TESTA. Come scopare in silenzio, per dirne un'altra.
E basta.
Buon natale, eh?
Stigrancazziproprio.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

martedì 10 dicembre 2013

L'armadio dei regali

In linea di massima, il natale non mi fa nessun effetto, se non una breve ma intensa orticaria vaginale.
Vi sono mancata, vero?
Se penso alle luci colorate e al conseguente spreco di energia, agli addobbi pacchiani che nessuna persona sana di mente si sognerebbe di appendere in casa sua se non a natale (ma a natale, si sa, siamo tutti più buoni e più idioti, no?), al flusso incontenibile di gente che si riversa nei negozi e nei centri commerciali alla disperata ricerca del regalo perfetto per il cugino di quinto grado di cui a malapena ricorda il nome ma, vuoi presentarti senza un regalo? Dico sei fuori? È natale! Il periodo ideale per far sfoggio di tutto ciò che durante il resto dell'anno non ci si può permettere! E poi, scusate, gli strozzini le finanziarie a cosa servirebbero, altrimenti?, e, per finire in bellezza, ai vari film dai titoli improponibili tipo "Santa Klauss esiste ed è sfizzero" che ci vengono propinati ad ogni ora del giorno, ecco. Mi viene voglia di infilarmi la tuta di latex nero e girare per la città con una vanga sporca del sangue di un folletto e distruggere OGNI COSA.
Ma forse sono io che sono cinica, eh?
Comunque, dicevo. In linea di massima il natale non mi crea nessun problema.
E adesso parliamo d'altro. Leggendo un post della Poison mi è comparso davanti agli occhi un ricordo divertente di cui, chissà poi perché, ho voglia di parlare.
Quando avevo un nonno, il natale aveva tutto un altro sapore. Perché lui era così buffo, che non potevo che amare il momento in cui ci saremmo ritrovati tutti seduti allo stesso tavolo, ad aspettare con trepidazione che lui tirasse fuori i suoi regali per noi. Già. Perché il nonno aveva un concetto tutto suo, riguardo ai regali. Me lo immaginavo, in piedi davanti al suo armadio, che tirava fuori ogni più inutile oggetto trovato nei giornali o chissà poi dove diamine li trovava e, con cura e dedizione, ne destinava uno ad ogni membro della famiglia, incartandoli con la carta dei regali ricevuti l'anno precedente. Più volte ho sbirciato dentro quell'armadio, per vedere se riuscivo a indovinare a chi sarebbe andato lo sbucciamela e a chi l'arrotola-cravatte...
Al mio diciottesimo compleanno, per dirne una, mi regalò una scatolina rosa a fiori con dentro un tagliaunghie rosa a fiori, un lucidalabbra rosa a fiori e una pinzetta per le sopracciglia rosa a fiori. Le grasse risate che mi facevo, erano impagabili. Così come gli abbracci, alla fine di tutto. Ed io che a malapena riuscivo a ricambiarne uno, da stronza frigida quale ero e sono. Ma questa è un'altra storia.
Insomma, per rendere la cosa più divertente, anche noi avevamo cominciato a regalargli cose stupide. E lui, che non si esimeva mai dal dire ciò che pensava, si incazzava sempre e faceva il burbero. Poi si addormentava, con i gomiti sul tavolo e la bocca aperta. ♥
E adesso scusate, ma ho un gatto da seppellire.
Non è vero, sto solo dormendo. Ma mamma Ade è idiota, e voi questo già lo sapete.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato
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