martedì 29 gennaio 2013

Come di consueto

Mi sono ripresa dall'ennesimo periodo di merda. E sono più o meno in pace con me stessa. Sì, lo so. Questa l'ho sparata grossa. Però che devo dirvi. Stamattina sull'autobus sono riuscita a non dare una testata al coglione che mi ha pestato i piedi perché doveva mimare un passo di danza per fare il figo con la finta bionda che aveva davanti, incurante del fatto che fosse in un fottuto autobus pieno di gente e che la sottoscritta fosse esattamente dietro al suo culo coperto da un ridicolo cappotto grigio che manco mio nonno. Parliamone. Se non sono passi avanti questi. Certo, subito dopo ho inveito contro un'altra stronza. Ma fate finta che non ve l'abbia mai detto. E niente. L'umore accettabile di questa mattina, però. E' soprattutto dovuto alla mancanza del Disturbatore. Che, essendo fuori per un breve lasso di tempo, è impossibilitato a mandarmi il cervello in escandescenza. Cosa che mi rende molto, molto felice. Insomma. So di essere stata una pessima blogger, ultimamente. Ma le minchiate che ho in testa mi rendono le giornate un inferno. Tanto che non riesco nemmeno a pensare, figuriamoci scrivere. Non ho ancora finito la trilogia orgasmica. Quindi per le mie riflessioni dovrete aspettare un po'. Però sto guardando una serie tv SPETTACOLARE. Di cui presto vi parlerò. Se mi ricordo. Per oggi passo e chiudo perché forse dovrei anche lavorare. Ma più verosimilmente devo piazzarmi di fianco al calorifero a giocare a World on. Addio gente.

Ah, dimenticavo.

 

Paco vi saluta. Con affetto.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

mercoledì 23 gennaio 2013

Mi piacerebbe dire

Che mi stai simpatica.
Che quando parli non mi scappa mai da ridere.
Che sei una persona coerente.
Che non sei affatto una squinternata senza aspettativa di salvezza.
Che non sei per niente falsa.
Che sei una bella persona.
Che sono sicura che non parli mai male di me.
Che non sei gelosa neanche un po'.
Che non mi detesti affatto.
Che poi non fai finta di adorarmi come se fossi la tua migliore amica.
Che non ti leggo negli occhi le cose che non vuoi dire.
Che non ci scanneremo di nuovo, un giorno.
Che non sto aspettando solo questo.
Che non vincerò io. Assolutamente.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

mercoledì 16 gennaio 2013

Biscottini di castagne



Ciao gentaglia. Volevo comunicarvi che ho tutta una serie di ricette in sospeso perciò preparatevi a farvi frantumare le palle da numerosi post contenenti cibo. Vi amo anch'io. Ma adesso devo proprio andare perché ho una milionata di cose da fare e nessuna voglia di farle perciò sono costretta ad autosculacciarmi in assenza di un Christian Grey che lo faccia per me. Perché sono davvero, davvero una cattiva bambina.
Va bene la smetto. Ricetta.
Ah, dimenticavo. Questa l'ho rubata a lei. Perché è bravissima e io adoro le sue ricette. Ma l'ho appena appena modificata in base a quello che avevo in casa. Oltretutto se andate a vedere la sua versione, noterete che i suoi biscotti sono perfettissimi. Mentre i miei sono tutti storti e sembra che al centro non ci sia il cioccolato, ma una mini cacca di cane. Però erano buoni. Giuro. E poi queste sono piccolezze, no?
Addio.

Ingredienti:
  • 120 gr di farina di castagne
  • 30 gr di farina di riso
  • 70 gr di cocco in scaglie
  • 30 gr di fiocchi d'avena piccoli
  • 3 cucchiai di sciroppo di mais
  • 4 cucchiai di olio di girasole
  • 2 cucchiaini di lievito per dolci
  • 50 gr di cioccolato fondente
  • latte di riso q.b.
Prepariamoli:

In una ciotola, unire le farine, il cocco in scaglie, i fiocchi d'avena e il lievito. Dopo aver dato una mescolata unire anche lo sciroppo di mais e l'olio e cominciare ad impastare. A questo punto aggiungere a poco a poco il latte di riso fino ad ottenere un panetto appiccicoso ma compatto. Stendete l'impasto su un foglio di carta da forno, infarinatelo con la farina di riso per evitare che si appiccichi e stendetelo con il mattarello, lasciando uno spessore di circa 4/5 mm. Calcolate che i biscotti devono rimanere leggermente morbidi all'interno quindi non bisogna farli troppo sottili. Detto questo. Scegliete la formina che più vi piace e cominciate a ritagliare i vostri biscotti. Adagiateli su una teglia ricoperta di carta da forno e infornate a 180° per cinque minuti. Tirateli fuori, praticate una piccola fossetta al centro di ogni biscotto (aiutatevi con un cucchiaino) e rimetteteli in forno per altri dieci minuti circa. Io ho il forno ventilato e non ho avuto bisogno di girarli a metà cottura. Vedete voi. Una volta pronti fateli raffreddare. Sciogliete il cioccolato in un pentolino e mettetene un po' al centro di ogni biscotto. Lasciate raffreddare (se ci riuscite).


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

martedì 15 gennaio 2013

È un problema

Hai fatto stringere tre volte i pantaloni ma ti vedi grassa come una mucca. È un problema. Hai voglia di pizza ma i tuoi amici ti portano a mangiare il pesce. È un vero problema. Dai una cena per cinquanta persone e non sai cosa far cucinare alla tua domestica. È un grosso problema. In profumeria non avevano lo smalto Chanel della tonalità di rosso che volevi. È un enorme problema. Hai comprato un giubbotto blu e non sai con che borsa abbinarlo. È un insormontabile problema. Vorresti un gatto ma non sai di che razza prenderlo perché hai bisogno che abbia determinate caratteristiche (come per esempio che non si muova, che non miagoli e che si strappi le unghie a morsi con cadenza regolare di modo che il tuo divano color crema non sia in pericolo). È un gigantesco problema. Vuoi tagliare i capelli ma non sai come però vuoi cambiare però forse è meglio non tagliarli magari facciamo un colore però no perché si rovinano. È un problema irrisolvibile. Mi dispiace. Davvero. E io che pensavo che i problemi fossero quando ti svegli la mattina e non sai cosa ne sarà del tuo fottuto futuro. Povera stolta, io. E le mie convinzioni del cazzo.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

domenica 13 gennaio 2013

Come dire

Sono quasi le due del mattino e io non mostro nessun sintomo di sonnolenza. Così ecco che il mio cervello, dopo avermi molestata psicologicamente per convincermi a giocare al giochino ammazza-zombie (cosa che, giuro, fosse dipeso da me...) per un tempo indefinito, si è incredibilmente sintonizzato sul canale a pagamento "ehi, io ho un blog, cacchio!" ed eccomi qui. A ricordarmi che, teoricamente, sarei una blogger. Certo, una blogger un po' del cazzo, parliamone. Ma pur sempre blogger. E quindi devo piantarla di fissare il monitor con questa faccia da ebete. E devo smetterla di concentrare tutte le mie attenzioni sul mio secondo romanzo (sì, lo ammetto. vi tradisco per lui.), sulle peripezie sessuali di Steele e Grey, sulle feci del mio gatto (magari poi questa ve la spiego, eh? che detta così suona male male.), sulla depressione pre e post giornata lavorativa e su tutte quelle cose lì sulle quali mi concentro per poi dimenticarmene immediatamente. La verità è che mi sono un po' persa, qui dentro. Ogni volta che cerco di scrivervi, beh. Mi sento un'idiota. E questo non significa che io stia cercando di negare l'evidenza, ci mancherebbe. Semplicemente, ecco. E' come se fossi stata lontana da casa per molto tempo. E al mio ritorno non la sentissi più casa mia. E non riuscissi neanche più a trovare il pigiama e le ciabatte, santa pazienza. Insomma. Non so nemmeno che cazzo sto cercando di dire, in realtà. Quindi mi viene da pensare che, in fondo, questo mio ciarlare potrebbe essere un chiaro sintomo di sonnolenza. E, per evitare il peggio, credo che tenterò di prendere una decisione saggia. E me ne andrò a letto.
Magari poi torno, eh? Ma magari anche no.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

venerdì 4 gennaio 2013

Può essere

Che io abbia dei problemi psicologici. Non è che voglia escludere questa possibilità. Cioè, vi pare. Eh. Comunque. Siccome sono nel retro del mio negozio a mangiare noccioline, mi sento saggia. E, cavalcando l'onda di questa inaspettata saggezza, ho deciso di scrivere un post. Cosa che non faccio da tanto, troppo tempo. E penso che comincerò rispondendo prima di tutto a coloro che mi hanno augurato buon natale, buon anno ecc. ecc., ecco. Grazie. Anche a voi. Io non sono natalizia. E nemmeno natalina. E francamente nemmeno molto festaiola. Anzi. Per niente. E con questo ho finito. Perché tanto non frega un cazzo a me. Figuriamoci a voi.
Poi. Vorrei rispondere a V., la mia bella V. che mi ha fatto una domanda adorabile. Per cui ho riso per cinque minuti abbondanti. Ecco. Non lo so, cosa cazzo sto leggendo. Però lo sto leggendo. Perché ero curiosa. E come ogni bambino che si rispetti avevo il bisogno fisico di soddisfare questa mia curiosità. A breve post a riguardo, comunque. E grazie, V.. Per aver tentato di salvarmi. Lo apprezzo davvero. Ad ogni modo, per chi se lo stesse chiedendo. No. Non sono diventata una fan del sesso sadomaso. Non si è scatenato in me l'impulso irrefrenabile di assomigliare ad Anastasia e di cercarmi un uomo che di cognome faccia Grey (cosa che, tra l'altro, a Milano non sarebbe fattibile. anche volendo.) E non ho speso tutti i miei risparmi in sex toys. Almeno per il momento. Perché, come ogni essere umano che si rispetti. Sono incoerente. E in via d'estinzione. No. Forse questo non avrei dovuto dirlo. E va bene. Devo smetterla di divagare. Ma, vedete. Questa è Ade. Con i suoi innumerevoli sbalzi d'umore. I suoi blocchi dello scrittore. I suoi discorsi fatti in terza persona. E le sue dita unte di noccioline. No. Forse anche questo non avrei dovuto dirlo.

P.s. non vi dico che sono tornata. Perché è la volta buona che mi mandate a fanculo.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...