domenica 19 febbraio 2012

VPL

Cinque minuti e mi alzo. Queste le parole pronunciate dalla Zia circa ventotto minuti fa. Poco male. Non è che abbiamo cose così importanti da fare. Secondo voi dovrei portarle un altro caffè? Mah. Ad ogni modo. Ieri sera, dopo una giornatina alquanto pesante, ho lasciato il mio minuscolo infante con la babysitter (pace all'anima sua) e ho accompagnato me e il mio mal di schiena (alla mia età non si può sentire, lo so. sono un piccolo rottame. anche se, riflettendoci, non sono sicura di avervi detto quanti anni ho, ma son dettagli.) nella casetta incantata della Zia. Che, in questo preciso momento, forse sentendosi non so bene come chiamata in causa, ha giurato che tra due minuti si alzerà. Ma andiamo avanti. Non ho fatto in tempo a varcare la soglia che avevo in mano un VPL. Come? Devo spiegarvi cos'è? Beh, è semplice signori. Il VPL è il cocktail preferito della Zietta. Semplicemente Vodka Pesca Lemon, vi pare? Detto ciò, posso rendervi partecipi del fatto che se io ne stavo sorseggiando uno, lei ne aveva già sorseggiati almeno tre. Inutile dirvi il livello di demenza da cui eravamo circondate. Dopo un'interessante ma poco produttiva conversazione telefonica (tipo, quindi dove ci becchiamo? ah sì e dove andiamo? ma come hai mangiato la pizza poco fa, il programma era ANDIAMO A MANGIARE LA PIZZA, sei proprio una vacca, vabbè quindi ci troviamo lì? alle nove e mezza? va bene.) con La Giallona (solo per informarvi, questo è il soprannome momentaneo scelto per lei dal suo uomo. non perché affetta da qualche malattia strana, intendiamoci. bensì perché le ciocche rosse che la sottoscritta le ha fatto qualche settimana fa, sono scolorite. comunque a breve glielo cambierò, forse. se se lo meriterà.) io e la Zia abbiamo convenuto che forse era il caso di cominciare a prepararsi. Non che questa decisione così saggia ci abbia permesso di arrivare in orario, sia chiaro. Abbiamo passato circa quarantacinque minuti in bagno a truccarci. O per lo meno, lei si è truccata e poi ha amorevolmente truccato anche me, data la mia assoluta incapacità. Ah, giusto per rendervi nuovamente partecipi, La Zia si è alzata e si sta vestendo. O almeno ci sta provando. Oltre a cercare di distrarmi continuamente dicendo qualsiasi cosa le passi per la mente. Tipo adesso mi ha appena chiamata Piccolo Tampax Infetto. Dopo aver abilmente appreso che sto scrivendo delle sue prodezze. Ma son piccolezze. Tornando a noi. Sulla porta di casa sono riuscita a guadagnarmi il mio fantastico soprannome della serata: Martufello. La motivazione che mi è stata data è legata alla mia sciarpa rossa e al cappellino che alla fine mi ha convinta a lasciare a casa. Dopo aver girato per circa venti minuti in cerca di parcheggio (e non trovare parcheggio con sotto il culo una smart è tutto un programma) siamo finalmente riuscite ad incontrarci con la Giallona e il resto della combriccola. Eravamo tutti palesemente in ritardo. E sono sicura che ci abbiano ripetutamente sputato nel cibo. Una volta accomodati al tavolo, non abbiamo fatto in tempo ad aprire il menù che avevo già alle mie spalle il nonno cameriere che cercava di violentarci psicologicamente per strapparci un'ordinazione. Cioè Carmen Consoli. Mi sta facendo ascoltare Carmen Consoli. Vabbè. Logicamente quando toccava a me chiedere ciò che volevo le cose sono andate più o meno così:
"Per me una Primavera, grazie"
"Scusi, non ho sentito."
"Dicevo, una Primavera, grazie."
Attimi di silenzio.
"Mi scusi, ma non ho sentito."
Risate. Io che cerco di trattenermi. Mi giro (perché era sempre alle mie spalle, vi dico.), lo guardo, sorrido.
"Una P R I M A V E R A"
"Ah ecco scusi, non avevo sentito."
Inutile dirvi che abbiamo passato la serata a parlare e a dirci:
"Come? Scusa non ho sentito."
La situazione degenera quando ci viene elencata la lista dei dolci in maniera abbastanza incomprensibile. Tipo:
"Abbiamo il nostro tiramisù, il sciugvnn, la torta di frutta, le gndnesmi, i sorbetti limone, bnnn e fragola."
Scusi? Non ho sentito. Qualcuno azzarda a chiedergli cosa veniva prima della torta di frutta e lui, in tutta risposta, ricomincia ad elencare daccapo. O dall'inizio o niente. Come quando impari le tabelline. Qualcuno scoppia a ridere. Sono ufficialmente sicura che abbia condito ogni cosa con la sua saliva. Finalmente fuori da questo luogo della perdizione ci salutiamo e io e La Zia cominciamo a vagabondare alla ricerca di un locale dove incontrarci con l'amico VPL. Questo? Zia, troppo chic, vedi come sono vestita? E questo qui? Zia ma hai visto che facce? Quest'altro? No dai, il più vecchio qui avrà 17 anni. Alla fine ci decidiamo e ci incamminiamo verso la nostra sorte. Una chiaccherata con VPL sul senso della vita ed io che mi inalbero su discorsi di cui non ricordo nulla e vengo continuamente salvata dal cadere dal marciapiede. Fa freddo. Andiamo a casa? E andiamo. Io e la mondanità. Lo sapevate che siamo pappa e ciccia?

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato.

2 commenti:

  1. I tuoi post sembrano semore scritti da una persona ssotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente XD
    Per fortuna mi sembra che la serata sia andata bene! Era buono il cibo?

    Per il post pubblicato dalla cecoslivacchia devi andare come per scrivere un post e impostare il luogo di scrittura sulla barra a destra.

    RispondiElimina
  2. Il post pubblicato dalla cecoslovacchia? Ma di cosa ti sei fatta? XD Si cmq il cibo era buono :D

    RispondiElimina

Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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