sabato 18 febbraio 2012

Viva

Beh, che dire. Dopo aver messo il cucciolo a nanna, io e La Molesta abbiamo deciso di inquinarci (di più  i cervelli con la visione di uno di quei filmetti americani dal finale scontatissimo. Però, considerando la percentuale di imbecillità da cui eravamo pervase (vedi post precedente), abbiamo riso come matte ugualmente. Cioè, in pratica la storia è molto semplice (e molto usata, in effetti. quasi usurata, oserei dire): il tipo figo prende per i fondelli la secchiona della scuola (che solo in certi ambiti è anche: strafiga, supermagra e tonica, megasimpatica ecc.) che è anche la sua vicina di casa. Con una specie di incantesimo indefinito si scambiano i corpi e poi comincia il declino. Si fanno i dispetti reciprocamente finché non si rendono conto di piacersi e poi, una volta tornati ognuno nel corpo di mamma sua, si sbaciucchiano e fine della storia.
Ormai a notte inoltrata e sempre ridendo, abbiamo portato i nostri culi infilati nei nostri fantastici pigiamoni (chi flanella, chi donnina anni 60, vi lascio il beneficio del dubbio) a letto e una volta lì, quando ormai ero in trappola, La Molesta mi ha comunicato che avrei potuto non riaprire mai più gli occhi, rimanendo schiacciata dal dolce peso del materasso sopra di me farcito di peluches e della sua persona. Non vi dico gli incubi. Vedevo quel mostro di mio figlio che, in combutta coi pupazzetti, tentava di farmi crollare tutto addosso, bramando al pensiero del mio cervello spappolato sul cuscino. Però il brevetto tedesco non ha pari e tutto è bene quel che finisce bene ed ecco che alle sette in punto cominciano a suonare le mille sveglie che avevo (conoscendomi) puntato per non rischiare di iniziare la mia meravigliosa giornata lavorativa in ritardo. Ovviamente no, non mi sono alzata, che domande. Ho avuto bisogno del ditino che, impertinente, picchiettava sul mio fianco addormentato intimandomi di non far finta di niente e di alzare le chiappe. So che non avete bisogno che vi dica di chi era, quel dito. So che l'avete intuito da soli, perbacco.
Dopo tutte le cose che in genere si fanno dopo essersi svegliati (no, non ho fatto la cacca.) e in ritardo di circa mezz'ora sulla tabella di marcia, ho infilato i miei fantastici pantaloni nuovi (7 euri, muahahahahahah) e ci siamo appropinquate verso la sala colazione. Inutile dirvi che la marmellata di mirtilli è tanto, tanto buona ma solo ed esclusivamente spalmata sul pane, o al limite sulle fette biscottate. Non certo sui miei pantaloni, perdinci. Certo che no! Ma a me piace sperimentare cose nuove ed eccoci in bagno a tentare l'impossibile armate di sapone, asciugamano bagnato e phon. Vietato imprecare, ma solo per il momento, perchè non voglio darvi l'impressione di essere una tipa volgare ed è risaputo che la prima impressione è quella che conta. Poi saran cazzi vostri.
Con circa 45 minuti di ritardo, prendo in braccio il mio neonato ed esco a sfidare il cielo grigio, carica come un mulo e di fretta come ogni milanese che si rispetti.
Bonjour à tout le monde!

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato.

2 commenti:

  1. Vedo che hai imparato come si fa, non abbiamo più scampo XD
    Mi piase!!

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  2. Ovvio che no, cara mia. Avevi dubbi? Cmq non credere che io abbia finito con te. Sai che ti angoscerò sempre più spesso, vero? Sai che dovrai sopportare la mia presenza ad oltranza, no? :D

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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