lunedì 4 marzo 2019

Leggo molto, scrivo poco.

Ieri sera mi interrogavo, ad alta voce, sul significato dei rapporti sociali.
Io, che ne ho pochi, spesso mi domando: e se non ne avessi affatto? Soffrirei? O la mia vita scorrerebbe ugualmente, senza alcun cambiamento?
Io le persone le perdo per strada.
A volte perché mi deludono e smettono di interessarmi.
A volte perché non lascio loro il tempo di deludermi, smettono di interessarmi prima.
A volte perché, pur interessandomi, le lascio andare.
Io non chiamo le mie amiche, a meno che non mi facciano del terrorismo psicologico.
Però, se mi chiamano loro, mi fa piacere sentirle.
E di cosa parliamo? Di cosa si parla, con gli altri?
Ci si racconta, un po'.
Come va il lavoro, il libro, a casa, la bimba, il cane, i gatti, i fratelli.
Parlo io che poi parli tu, parli tu che poi parlo io.
Finché non c'è più nulla da dire, la magia scompare, siamo solo respiro dentro un microfono.
Ma tu mi conosci? Ed io? Io conosco te? Ci capiamo davvero?
Possiamo davvero capire un'altra persona?
Ci interessa davvero capire un'altra persona?
Facciamo una pizza da me, da te, un film, magari, una birra fuori.
Perché?
Che importanza ha circondarsi di altre persone? Perché vado a casa dei miei vicini a mangiare con loro? Sono miei amici? Ma poi, cos'è un amico? Una persona che ti ascolta quando hai bisogno di essere ascoltato? E poi tu, in cambio, ascolti lui? Chi è questa gente? Chi sono queste persone? Chi sono io?
A volte io non parlo perché so che, comunque, non verrò capita.
Ieri sera lui mi ha chiesto: ma ha davvero importanza essere capiti? È essenziale ai fini di stabilire la qualità di un rapporto sociale? Perché poi, in fondo, a noi basta avere qualcuno con cui fare conversazione, conoscere il suo punto di vista, sfogarci.
Ha ragione? È così?
Allora, mi dico, sono io che pretendo, ho sempre preteso troppo.
Scivolare, scivolare, scivolare su ogni cosa.
Non ho ancora imparato a farlo.
Io ho bisogno di sapere, di torturarmi il cervello con mille domande, di supporre, ipotizzare, sperimentare, teorizzare. E voglio essere capita.
Ho letto:
Pennac, Mio Fratello.
Mastrocola, Leone.
De Vigan, Le fedeltà invisibili.
Canepa, L'animale femmina.
Todisco, Jimmy l'americano.
Ferrante, L'amica geniale.
Medina Reyes, C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo. (NO)
Smith, Denti bianchi.
Gaarder, Il mondo di Sofia.
Caboni, Il giardino dei fiori segreti. (NO, ero curiosa di sapere perché ha venduto tanto e non sono riuscita a spiegarmelo.)
Un paio di saggi da cui ho ricavato cose interessanti (tipo il digiuno intermittente e il fatto che un gatto ha più probabilità di salvarsi se, cadendo da un palazzo, cade dal settimo piano in su).
Ho iniziato a studiare portoghese perché a fine Aprile vado a Lisbona.
Eu bebo uma cerveja.
È tutto quello che so dire, per ora. Ma credo sia importante. La base, proprio.

-Dovevo fare la filosofa.
-Ma tu sei filosofa, è solo che nessuno ti paga per esserlo.

Cià.

Ps
Se tra voi c'è qualcuno esperto/appassionato/molto informato su Islam e Corano che abbia voglia di fare due chiacchiere con la sottoscritta, mi scriva una mail. L'indirizzo è qui a destra, not so difficult to find it.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

3 commenti:

  1. La vera amicizia è fatta d'intesa, di profondità, di capacità vera di ascoltare l'altro, di non parlare solo del tempo o della musica che si preferisce ma di tutto. Ci sono amici veri ( e di quelli quando ne hai uno è grasso che cola) ed amici conoscenti con cui vai solo a vedere un film o bere una birra. Spero di aver in parte risposto ai tuoi quesiti.

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  2. Il primo impatto con una persona per me è quasi sempre determinante.
    Sei simpaticissima.
    Ciao.

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  3. Ciao!

    Ho il terrore di affrontare una qualunque conversazione su/a proposito del/che riguarda il Corano, due volte mi è capitato, una volta ho rischiato - veramente - di essere menato. Il vantaggio sull'internet è che quest'ultimo rischio non lo corri, ma preferisco evitare ^^`

    Comunque, sul resto, direi che hai espresso pensieri che il 95% di noi fa, ma che non vuole ammettere di fare o, come me, che è semplicemente troppo pigro per aprire un blog e parlarne ;)

    (Mi permetto un consiglio "letterario", dato l'argomento; #Like4like di Marco Rincione e Prenzy. È un fumetto, da molti paragonato, non completamente a torto al film "In Time". Se hai occasione tempo e voglia, provalo )

    Pennac molto bravo, De Vigan pure notevole, anche se non è la mia scrittrice preferita, diciamo. Gli altri, mai letti, aimè.

    Buonaserata a tutte.

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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