giovedì 28 gennaio 2016

E mi capita spesso

Di attraversare la strada senza guardare.
Forse sono un po' più svampita di quanto io creda.
Forse quel desiderio di lasciarmi morire che ha accompagnato la mia adolescenza e che credevo estinto in realtà si è solo sopito da qualche parte dentro di me.

Ed ero seduta al tavolo del salotto, al secondo bicchiere di vodka e alla quinta sigaretta dell'ennesima giornata in cui avevo promesso a me stessa che non avrei fumato più perché non è così che voglio essere, non è così che voglio che vada.
E invece eccomi lì, la testa ciondolante, i pensieri confusi, i piedi sulla sedia, il cappuccio in testa, la nausea imminente.

Se solo sapessimo accontentarci.

Dico alla donna che mi sta seduta di fronte, la più forte che voi potreste incontrare.

Mai.

Mi risponde lei.
Ed io so che ha ragione, che c'è stato un tempo in cui ero bravissima ad accontentarmi, la migliore del mio corso.

E così maledettamente infelice.

Vorrei risponderle e dirle che ho capito, che so cosa voglio e che so come ottenerlo, ma mi viene da vomitare e allora mi alzo e mi gira la testa e non posso far altro che buttarmi nel letto così come sono, senza levarmi il mascara dagli occhi, senza togliere dal mio viso la patina di questa giornata che mi ha impregnata di pensieri nefasti e allora mi avvolgo nella mia coperta morbida e vaffanculo tutto, vaffanculo tutti, vaffanculo io e vaffanculo pure tu.
La stanza è fredda e ho il respiro pesante.

Però adesso mi addormento, dai.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

2 commenti:

Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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