venerdì 5 aprile 2013

Mi renderebbe davvero felice

Poter dire che la vita non mi sta trascinando, tirandomi per i capelli. Forse dovrei tagliarli, per impedirle di farlo. Forse dovrei non pensarci. Andrà tutto bene? E secondo te io cosa cazzo ne so. Sei felice? La felicità non esiste. Non quella continuativa, per lo meno. Perché la felicità è fatta di attimi. Attimi che durano solo pochi fottuti secondi. E poi? E poi sbatti il mignolo contro lo spigolo della porta e su, coraggio. Vieni a dirmi che sei felice. E poi mangi lo yogurt e vai in cagarella e su, forza cazzo. Vieni a dirmi che sei felice. E allora parliamone, no? Raccontami la tua felicità continuativa. No perché io ho il ciclo in ritardo di due settimane, la testa gonfia di strategie da mettere in pratica per cercare di non finire col culo per terra, dei sogni che vorrei realizzare e che spero non finiranno sotto la suola delle mie scarpe come tanti altri hanno già fatto e un ragazzo che mi domanda se credo che sarà sempre così e io che non ho una risposta da dargli. E al momento non è che mi senta poi così felice. Però stasera tornerò a casa mia, dopo aver passato attimi infelici sull'autobus colmo di gente, di fianco al solito ubriacone che puzza di vino semidigerito. Aprirò la porta e mi sentirò felice. Almeno finché non mi renderò conto di non poter guardare un film in santa pace perché la nuova gattina di casa ha una passione sfrenata per tutto ciò che può essere masticato. Ed ecco che la felicità lascerà il posto all'incazzatura. Però poi mi infilerò nel letto e Mr. Ade mi prenderà la mano, Paco si accoccolerà tra le mie braccia e la piccola si piazzerà sui miei piedi. E allora sarò di nuovo felice. Almeno finché non suonerà quella cazzo di sveglia che mi ricorderà che devo andare al lavoro. Di nuovo. E puf. Felicità che va giù allegra insieme alla pipì quando tiro lo sciaquone. Tu guarda un po'. Ed ecco. Il telefono squilla e qualcuno ti dice che SuaMaestàLaCriticaLetterariaDiStaGranCippa pensa che il tuo libro sia una fregnaccia assoluta. E tu pensi che si sbagli. Ne sei certa, proprio. Ma dentro di te si fa strada un pensiero. Uno di quelli bastardi e infami. Una testa di cazzo, prepotente come quella ragazzina coi capelli neri e la maglietta del Che che, a scuola, ti sfotteva perché scrivevi invece di parlare. E lui arriva e ti chiede. Senti un po', bella. Hai mai pensato che magari il tuo libro fa cagare? Ti sei mai chiesta se, magari, non fai parte di quella cerchia di plebei che credono di essere dei grandi artisti e invece sono artisti di sta minchia? Hai mai pensato di essere un po' troppo volgare? E tu lo guardi e pensi. No, coglione. E adesso fottiti. Già. La felicità. Questa maestra delle sparizioni. Ma cosa vuoi che ne sappia, io, di felicità. Cosa vuoi che ti dica, io.
E comunque. "Nemmeno Dio piace a tutti". (cit.)


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

14 commenti:

  1. Intanto c'hai ragione. La felicità non esiste. Ma neanche l'infelicita'. Ci sarà sempre chi sta meglio e chi sta peggio, sia che se lo meriti sia che non.
    Poi è solo UNA critica. Insomma in giro ci sono delle vere cacate..eppure ci sono. E solo questione di trovare qualcuno che ci creda nella tua opera. E la troverai. Se non molli, la troverai.
    ....ma non era una settimana?!?! No perché due mi spaventano. O.O
    Io quando sono giù chiudo gli occhi, metto le cuffie e amen. Aiuta, a volte.
    :-**

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    1. Grazie, amata. Ho superato lo shock della prima critica negativa. E hai ragione. Non mi fermerà. :**

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  2. Da qualche anno faccio un gioco. In realtà ora non è più tale ma è diventato proprio il mio modo di essere/pensare/agire. Il gioco consiste(va) nel chiedermi se ciò che mi stava causando incazzatura o tristezza fosse davvero qualcosa di incazzoso e triste. Davo un voto e decidevo se valeva la pena. Ho scoperto, così, che sono davvero pochissime le cose che mi rendono infelice e ancora meno quelle che mi fanno arrabbiare. Sono felice? Non continuativamente. E tra una felicità e l'altra sono frustrata dal lavoro (che non c'è come vorrei), dalla realtà, dalla gente, dalla mancanza di prospettive e di futuro (concreto). Ma sono soddisfatta anche, in quei buchi, e sono più le cose belle. E sono contenta. Che è anche meglio di felice, io credo. Ho ridotto ad una manciata le infelicità. Sono talmente grata che non ho posto e tempo per arrabbiarmi e intristirmi per più di cinque minuti. 9 volte su 10 è energia sprecata.

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    1. Hai ragione. E se ci penso bene, o per lo meno in maniera lucida, la vedo esattamente come te. Se mi fermo per un secondo ad analizzare gli eventi, lo so. Che posso solo essere contenta. Ma quei momenti lì, no? Quelli di rabbia. Perché alla fine non è infelicità. È rabbia. Mi hanno sempre accompagnata. Ma col tempo sono diminuti. E diminuiscono. Forse cesseranno. Forse prima o poi spaccherò la testa a qualcuno.

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  3. Condivido in pieno la tua definizione di felicità. C'hai beccato ragazza.
    E, ricordatelo, tu scrivi bene. CAPITO?! Nessuno te lo può togliere.

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  4. Intanto ti faccio i complimenti per il post... e poi che dire chi lo sa dove sta la felicità?!?! Dico solo che probabilmente è data anche dall'altalena dei fatti sulla quale stiamo quotidianamente.
    un saluto

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  5. Io da un po' di anni non auguro la felicità. Ma la serenità, che è altra cosa. Perché se sei serena nel " mentre", le cose ti fanno si incazzare, ma con una certa moderazione, e le cose ti fanno felice si, ma con una certa moderazione. Ora per dire la cosa che ti succede delle due settimane ( che io lo avevo immaginato sisi) ti potrebbe far felice. Ma anche pensando a tutti i problemi che si porta dietro, come potrebbe farti cadere in un dirupo di disperazione. Ma con una certa moderazione...cioè che mentre cadi...sorridi.

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    1. Eh sì. La serenità è davvero ben altra cosa. A volte penso di averla raggiunta. Altre, invece. Come quando vado in panico per la faccenda delle due settimane (che comunque ora si è risolta...), sono terrorizzata. Lo sarei, se fossi serena? Non lo so.
      Grazie, comunque. :** il tuo commento mi è piaciuto moltissimo.

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  6. Noi ci siamo già detti tutto. E ce lo ridiremo.

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  7. Oggi mi sento anch'io un po'così, lascia perdere.
    Comunque, sappi che se non te l'avevo detto prima, quella con i capelli neri e la maglia del Che che ci prendeva in giro e faceva la puttanella coi ragazzi fighi, adesso è una gran chiattona e forse è pure diventata lesbica. L'ho beccata tipo un anno fa in università e ha osato fare quella che "che bello rivederti".

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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