martedì 15 maggio 2018

Sono le dieci del mattino

E i programmi per questa mia fantastica giornata attualmente sono:
-scrivere questo post
-leggere l'articolo di copertina di Internazionale
-andare in palestra a sfondarmi di braccia e addominali (e, forse, avventurarmi per la prima volta verso il corso di PILOXING; non chiedetemi cosa cazzo sia perché non ne ho idea. Diciamo che, sulla base delle mie conoscenze palestritive, posso supporre che si tratti di un mix tra Pilates e Boxe. Però diciamo anche che non ho idea di cosa sia Pilates, quindi le mie supposizioni sono pressoché inutili. Vi saprò dire.)
-nutrire il cervello di un dodicenne per un paio d'ore
-nutrire il cervello di un quindicenne per un paio d'ore
-passare l'aspirapolvere
E poi credo di poter affermare che, a quel punto, la giornata starà volgendo al termine ed io potrò infilarmi nuovamente sotto le coperte, afferrare il best-seller di turno e dirmi che sì, anche oggi non ho pensato a cosa voglio fare della mia vita.
Che peccato.
Non ne ho avuto il tempo, si capisce no?
A volte mi domando perché il mio telefono mi comunichi di continuo che tempo fa, quanti gradi ci sono e tra quanto passa l'autobus sotto casa. Cerca per caso di lanciarmi qualche messaggio subliminale? Vuole per caso che io faccia qualcosa?
Non so.
Settimana scorsa ho fatto un colloquio di lavoro.


e qui tocca fare un preludio

Nell'ultimo post in cui vi ho parlato dei cazzi miei (sì, lo so che non lo faccio spesso e che il più delle volte i miei post sono un flusso di coscienza depressincazzata di cui voi non capite assolutamente niente), avevo accennato al fatto di avere tre lavori. Beh, sintetizziamo il tutto dicendo che uno dei due lavori l'ho piantato perché me ne si stava concretizzando un altro (il secondo) che poi alla fine non si è concretizzato e quindi mi è rimasto il terzo (che però non è sufficiente a pagarmi l'affitto). La cosa negativa è che ho pianto per cinque minuti sentendomi una fallita. La cosa positiva è che ho smesso di fumare perché io "i soldi a quelli lì non ce li do più". Che è un ragionamento da cinquenne ma la cosa non mi tocca anzi posso dire che me ne compiaccio perché i cinquenni sono meglio dei trentenni e comunque fumare fa male, ecco. Quindi, in pratica, sono di nuovo alla ricerca di un lavoro. Anche se, a dirla tutta, non mi sto particolarmente impegnando perché non sono affatto sicura di voler trovare un lavoro. E non sono nemmeno sicura di voler fare l'Università (però sono andata a informarmi). Non sono sicura di voler creare un blog serio -senza offesa per il mio swanza- e dedicarmi completamente a quello che una volta, ne sono sicura, era il mio sogno. Non sono sicura di rimettermi in gioco con la musica. Non sono sicura di voler piantare tutto e andare a cercare me stessa in un altro posto, lontano da qui.

preludio's end

E quindi niente, ho fatto 'sto colloquio. Ed è vero che l'ho fatto proprio alla cazzo di cane, eh. Volevo boicottarmi da sola, pare. Non mi sono preparata per niente, non sono nemmeno andata a vedere che cazzo facessero in 'sta azienda, niente. Mi sono presentata lì senza nemmeno un filo di trucco dicendomi che vaffanculo ho passato gli ultimi mesi a preoccuparmi di come apparire, di sembrare figa e al passo coi tempi perché il-cazzo-di-mondo-reale-chiede-questo, di frequentare i posti giusti, sistemare i capelli nel modo giusto, pubblicare le foto giuste ed essere giustagiustagiusta e quindi oh, se mi volete in questa azienda che fa non-so-cosa-e-me-ne-sbatto mi prendete così. E alla fine, ecco, mi fanno LA DOMANDA.

"Ma tu, se potessi scegliere, cosa vorresti fare?"

Allora, in primis, sticazzi. Il mio cervello ha fatto tipo "oh, ma sfigato. ma tu se potessi scegliere, dì un po', staresti qui di fronte a me con quel cazzo di gilet grigio-topo e la riga di lato a farmi 'sta domanda del cazzo, oppure te ne staresti beato su una spiaggia, con in mano una birra ghiacciata e nessun fottuto pensiero in testa?". Sticazzi l'ho già detto?
Poi credo di aver aperto la bocca per far entrare un moschino che, l'avevo visto, stava proprio cercando un posto caldo e umido dove passare la notte e aver fatto "beeeeh". No, non stavo imitando il verso di un ovino. Cercavo di prendere qualche secondo per elaborare una risposta plausibile e alla fine mi è uscito qualcosa tipo "valorizzare le mie competenze, imparare, crescere professionalmente"... ARIA FRITTA.
Perché alla fine, io, cosa voglio fare NON LO SO PERDIO.
A me piacciono un sacco di cose e sono brava in un sacco di cose ma non chiedetemi che lavoro io voglia fare perché non lo so.
E forse è proprio questo il problema. Anzi, uno dei problemi, non minimizziamo.
E quali sono 'sti problemi? Vediamoli insieme, che oggi non so che mi è preso, le dita vanno da sole.

Problema 1) Io so benissimo cosa non voglio fare e vagamente cosa mi piacerebbe fare. E quello che mi piacerebbe fare NON è una cosa sola (tipo voglio fare l'avvocato, il veterinario, l'onicotecnica), giusto per aggiungere un capitolo alla saga idee-chiare-mai-eh?. Mi piacerebbe fare UN SACCO di cose, questa è la verità. O almeno credo, perché non è che io le abbia provate tutte per potermi permettere di dire che mi piacerebbero. Voglio dire, bisogna provare nella vita, no? Cioè, volete dirmi che non capita mai a nessuno di dire "voglio fare l'avvocato", studiare millemila anni per poi scoprire che fare l'avvocato gli fa cagare? Quindi io posso solo dire, a spanne, cosa credo che mi potrebbe piacere. Poi, boh. Fatemi provare.

Problema 1bis) Se non hai le idee chiare, non sai stare al mondo. Se non hai un obiettivo (uno e uno soltanto) da perseguire, non sarai mai nessuno. Se preferiresti sperimentare, viaggiare, scoprire, vivere con poco invece che elaborare un business plan della tua vita, finalizzato al profitto sempre crescente, sei una sega.

Problema 2) Mi ruga tantissimo che la vita delle persone debba essere basata (e giudicata) al novanta percento sul lavoro che fanno. Cioè, quando incontri una persona è come ti chiami, quanti anni hai, di dove sei, CHE LAVORO FAI. E nella maggior parte dei casi se il lavoro non è giudicato interessante la conversazione si conclude lì. Ma cristo. Io non sono il mio lavoro. Io sono una persona, ho degli interessi, dei talenti, magari sono anche simpatica ma se non ho un lavoro interessante, morta lì. Next one.

Problema 2bis) La seconda cosa su cui si basano i giudizi e i conseguenti rapporti con le persone sono gli studi fatti. Ok, non hai un lavoro interessante? Beh, però studi, no? Stai facendo il quinto-master-and-commander-dottorato-ricerca-di-sto-cazzo, giusto? Ah, no? Ok, next one.

Problema 3) Se non sei estroverso, non sei nessuno. Puoi essere falso, ipocrita, malvagio però, ehi, ma quanto sai essere brillante in mezzo a un gruppo di persone? Poco importa che tu non stia assolutamente ascoltando cosa dice il tuo interlocutore, se sai fare le domande giuste al momento giusto, le battute giuste al momento giusto, è fatta. Tu sei il top. Sei introverso? Non ami parlare giusto per far prendere aria alle tonsille? Preferisci conoscere meno persone ma in modo più approfondito? Non ami intrometterti nei discorsi degli altri solo per dimostrare di aver qualcosa da dire? Preferisci evitare le chiacchiere inutili? Beh, ma cazzo. Impara a stare al mondo, no? O altrimenti rifugiati in qualche borgo di montagna in mezzo ai vecchi e parla con le mucche.

Problema 4) Io non so più se le mie scelte sono state e sono ancora guidate da quello che realmente voglio io oppure se sono tutte frutto del mio bisogno di riscatto. E' triste, non trovate? Io non so se voglio veramente fare l'Università oppure se voglio farla solo per dimostrare al mondo che gnegne, l'avreste detto voi? Io, cresciuta in periferia, con due genitori diciamo "maldestri", ai margini della società, tra quelli che la scuola ama "scremare" per non doversene occupare, laureata? E magari col massimo dei voti? NOMADICOAVETEVISTO? E perché adesso non fate tutti un simpatico suca-suca? E la stessa cosa si applica al resto: perché voglio un bel lavoro? Perché penso di fare questo quello e quell'altro? Mi piace? Voglio ottenere dei risultati che mi daranno soddisfazione? Oppure voglio solo riscattarmi e dimostrare a tutti che non sono una fallita ignorante?

Problema 5) La paura del tempo che scorre. Sì, perché io sto sempre a pensare al dopo. Ok, mi iscrivo all'Università, e poi? Cioè, se mi iscrivo adesso vuol dire che, se va bene, mi laureo a 36 anni. E il resto della vita? E se poi voglio un figlio? No, perché, mica posso fare un figlio se sono troppo vecchia, poi. Poco importa che io adesso un figlio non lo vorrei manco se mi bussasse alla porta una cicogna e mi dicesse "ehi, solo per te oggi c'è un'offerta speciale, ti lascio due poppanti al prezzo di uno e ti evito anche di tirare giù santi e madonne per nove mesi: pensaci, niente pancia esplosiva, niente mal di schiena, nausee, piedi gonfi, vagina che si allarga... solo un paio di neonati freschi freschi e già lavati, con i tuoi geni, eh? Chiaro.". E se poi non mi piace? E se mi nego cose belle per studiare e poi non mi serve a un cazzo? E se sticazzi?

Problema 6) Io non ho mamma e papà che finanziano le mie cazzate. Le mie cazzate, signori, sono ufficialmente autofinanziate. 

Sono le undici e mezza e la mia conclusione è che probabilmente andrò in terapia. L'alternativa è che io mi dia alle droghe pesanti nella speranza di lobotomizzarmi il cervello e smetterla di pensare a quale cazzo sia lo scopo della mia vita. Cosasonoquiafarecosasonoquiafarecosasonoquiafare. Mi sembra di essermi rimbecillita. Ma un po' di sana ignoranza, no? Menefreghismo e superficialità? No, non è fattibile. Ho scoperchiato il vaso di Pandora ormai troppo tempo fa. Non c'è più tempo per ritrattare. Non si torna indietro. Vivere come penso di voler vivere io è davvero un macello, lasciatemelo dire. Non fai in tempo a connetterti con te stesso che, boom, cambia qualcosa. Ed io devo avere qualche seria difficoltà. Forse mi odio. Lo penso perché ogni volta che vado a yoga e l'istruttrice dice "ok, adesso sentitevi", piango.
Se sentirmi mi fa questo effetto forse non è proprio un buon segno.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato



15 commenti:

  1. Eh cara Ade, qua con me sfondi una porta che non solo era aperta, ma proprio disintegrata col tritolo.
    *respirone* Manco io so cosa cazzo vorrei fare nella vita. *secondo respirone* Negli ultimi anni sono zompata da un lavoretto saltuario all'altro, senza trovare nulla che non dico mi piacesse ma almeno non mi facesse esaurire. Negli ultimi mesi ho passato una sera sì e una no a frignare (no, non a piangere come le persone adulte, ma proprio frignare con tanto di singhiozzoni e moccolo al naso) perché detta fuori dai denti mi sento di aver fallito nella vita. Perché c'ho quasi 30 anni e di fatto non ho concluso niente, non ho una laurea, non ho un lavoro "vero" e stabile, cazzo manco mi son fatta mettere incinta per sbaglio e ho scodellato una creatura che almeno mi dia una parvenza di scopo vitale ed utilità sociale agli occhi degli altri. Ho mollato gli studi perché come hai raccontato tu, non riuscivo a trovare un campo che mi facesse dire : ok vale la pena di spendere anni e soldi perché è quello che voglio fare. Le uniche facoltà che ai tempi mi pareva aprissero vere porte per il mondo del lavoro erano tutte in campi dove, detta papale papale, io non capivo una mazza. Io fare ingegneria? Ma se non so neanche fare le divisioni senza calcolatrice, dove cazzo voglio andare.
    Questo te lo racconto non tanto per utilità quanto per dirti che ti capisco, e virtualmente ti abbraccio. Comunque i colloqui di lavoro li odio anche io, soprattutto quelle domande lì genialissime. "Cosa vorresti fare?" seh. Una volta vorrei fare l'esperimento di rispondere sinceramente e dire "Vorrei stare 'mbriaca di sangria, su una spiaggia, svaccata sugli addominali di Jason Momoa. Così, tutta la vita, fino a che o crepo io o crepa lui per inedia". Odio quelle domande perché non è previsto che tu risponda sinceramente, loro devono vedere che cazzata spari (ché sanno sarà una cazzata) e come la dici, come tieni le mani, cosa dice il linguaggio del corpo. Ma come può andare avanti, anche se fosse, un rapporto (di qualsiasi tipo, in questo caso di lavoro) se lo si costruisce su delle cazzate? Male. Infatti ne conosco forse uno che è felice del lavoro che fa, gli altri camminano sul filo del vaffanculo.
    Per la terapia prova, male non fa. A me è servito "meh", per alcune cose (lutti irrisolti ecc) è andata bene per altre sono ancora qua così. E non so bene cosa farci neanche io.
    Oh, scusa per il mega pippone di commento ma il tuo post mi ha toccata molto. <3

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    1. Non scusarti affatto, piuttosto dimmi, dov'è che ti ha toccata? Perché se ti ha toccato il culo, oh, ti chiedo scusa per lui.
      Ok, ora la smetto.
      A parte le segate, mi ha fatto piacere leggerti. E non perché sapere che ci sono altre persone intelligenti che si sentono delle fallite mi faccia sentire meglio, ma perché credo che, alla fine, certe cose a qualcuno bisogna pur dirle (o scriverle). E mi fa piacere che tu l'abbia fatto qui, a casa mia. Perché, non so tu, ma io mi sento afflitta quando ne parlo con la maggior parte delle persone. Sarà per come mi guardano, sarà perché non mi sento capita o non so che altro. Ma è così.
      Ti mando un abbraccio e un'altra strizzatina di culo, giusto per non smentirmi mai <3

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    2. Ben accetti sia l'abbraccio che la strizzata al culo <3 <3 <3 E sì, ti capisco anche lì. Nemmeno io ne parlo molto con altre persone perché non trovo comprensione ma solo giudizio.

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  2. Condividevo tutti i tuoi problemi quando ero più giovane... e poi mi sono accorto che sottostare a certe regole alimentava questo ordine di cose e mi rendeva triste. Morale della favola? Mi disinteresso totalmente di ciò che pensano gli altri. Ho lasciato un lavoro che mi assicurava uno stipendio fisso e sicuro per un salto nel vuoto che però mi permetteva di inseguire le mie predisposizioni e la mia tranquillità emotiva. Guadagno poco, probabilmente per questo sono considerato uno sfigato dalla maggior parte delle persone ma... sono felice perché faccio quello in cui credo.
    E quando sei felice la gente ti invidia, anche se magari non ne comprende a pieno la ragione.
    Ciao.

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    1. Hai ragione ed io lo so.
      Ci ero quasi arrivata, sai? Ma poi mi sono persa di nuovo.
      Non mi darò per vinta, quello mai.
      Tanta stima per te.

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  3. Io a tutto questo ti rispondo: vuoi venire al mare da me un paio di giorni? <3

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  4. Problema 2...... Ti ho 'amata' sappilo :)
    Per il resto....credo di aver diversi anni più di ... ed i pensieri son più o meno gli stessi

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    1. Beh ma raga siamo tantissimi, che dite facciamo un gruppo su uazzap?

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  5. Oddio, quanto ti capisco... il "Cosa vorresti fare nella tua vita?"... "Tante cose"... Alcuni colloqui fatti così, alla rinfusa, come il tuo... Oppure "Come ti vedresti da qui a 10 anni?"... (me l'hanno fatta seriamente... all'estero... e... per preparare tramezzini). Sai invece cosa credo che noi siamo? Delle imprenditrici. Dovremmo inventarcelo noi il lavoro o darci da fare per avere il nostro spazio nel mondo. Contare solo su di noi e su ciò che più ci piace fare. Secondo me vie traverse all'università (Stessissimo tuo problema... io ero iscritta a Scienze della comunicazione ma non avevo soddisfazioni lavorative nè di studio).

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    1. Sì, hai ragione.
      Tra le cose che mi riescono peggio c'è il sottostare agli ordini altrui. Mi viene male a pensare che la mia vita sarà sempre amministrata da qualcun altro.
      Il problema è che fare l'imprenditore in Italia... AH AH AH. E da ridere non c'è proprio niente.

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    2. ... infatti non lo devi fare in Italia... l'Italia è un paese che non dà possibilità di crescita (non conviene). Punta all'estero. Non ti chiudere le possibilità, il mondo è immenso. Vedo che il mio commento non l'ho neppure completato... tanto era la foga di parlare e parlare... :-) Cosa volevo dire? Secondo me vie traverse all'università come lo studio individuale su argomenti che ci interessano sono molto più utili e sensati.

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  6. Quando ho cominciato a leggere questo post, ho detto:"Cavoli, questo sono io!". Pensavo di averli solo io questi problemi...
    Ciao
    Aonaran

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  7. Adesso è il mio momento per fare questi pensieri con lo stage che finisce e una prospettiva di assunzione che non so nemmeno se mi faccia piacere o no. Che palle esistere.

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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