martedì 16 ottobre 2012

Ehi, voi due

Ho una confessione da fare. Ma forse, chissà. Già lo sapete. Che me ne sto accoccolata sul mio divano rosso. Con questo plico enorme appoggiato sulle gambe. E vi leggo. Voi. Uomini con la schiena dritta. Le vostre parole. Le vostre emozioni. Su pagine ingiallite dal tempo. Che odorano di ricordi. Di vite e di persone che non ho mai incontrato. Ti immagino. Seduto alla tua scrivania. Il rumore della Olivetti in mezzo al silenzio della notte. I bambini di là che dormono. Una moglie che forse un giorno tornerà a star bene. E un futuro su cui lavorare. Un futuro per cui lottare con le unghie. E con l'astuzia. Tu. Desideroso di sapere. Di conoscere. Di imparare. E così fiero di essere ciò che sei. La tua firma, a fondo pagina. E le mie mani che hanno paura di rompere qualcosa di così fragile e perfetto. Il pensiero della tua voce che mi assale. E la consapevolezza che mai più potrò domandarti tutte le cose che vorrei sapere. E che tu mi racconteresti con passione. Mi amavi per la mia curiosità. E io ti amavo perché tu sapevi tutto. Anche se io di te non sapevo niente. Ma lui? Non lo so, com'è il suo viso. Però lo immagino. Grande. Imponente. E burbero. Seduto alla sua scrivania. La macchina da scrivere usurata dal troppo lavoro. La carta intestata. E i mille pensieri che gli fasciavano la testa. Era uno scrittore, lui. Un uomo che giocava con le parole. Le faceva sue. E ti incantava. Chissà cosa provavi, tu. Quando aprivi la casella della posta. E trovavi una sua lettera. Eri felice, vero? Perché lui sa scrivere. Perché lui ti ha insegnato tutto. Chissà, adesso. Cosa penserebbe lui, di me. E lei? Dov'è lei? Dove sono le sue parole scritte a mano, di getto? Le sue parole tristi. Rassegnate. Impaurite. Perché la vita è cattiva, con lei. E tu? Tu pure. Me lo sento. E loro? Loro sono piccoli. Ma cresceranno. E diventeranno uomini. Che forse un giorno neanche più si parleranno. Che forse un giorno ti perdoneranno, per ciò che hai fatto alla loro mamma. Li cerco, i suoi occhi. Mi butto a capofitto tra le immagini. E lei non c'è. Dov'è? Dove l'hai lasciata? Non le ho mai nemmeno dato un bacio. Per me lei è una foto. Un volto in un quadretto illuminato e impolverato. Un osso in una scatoletta. Una voce che non riesco a sentire. E poi ho trovato lui. Seduto su una panchina, al parco. Col suo cappotto lungo e il cappello. Un mezzo sorriso e lo sguardo rivolto a quei bambini, che un giorno rinnegherà. Un giorno in cui le macchinine, le scarpette rosse e il minestrone di fave saranno lontani. E lui sarà solo col suo rancore. Deciso a dare un'ultima lezione di vita a quell'uomo a cui ha dato la vita. A cui ha dato il cognome.
E poi mi immagino. In un salotto, seduta accanto a voi. E parliamo. Perché voi, di parole. Ne avete tante. Ne avete anche per me. Perché infondo, io. Io sono una di voi. Io sono una donna con la schiena dritta. Io sono la spettatrice delle vostre vite. La lettrice delle vostre storie. E la donna a cui avete dato il cognome. E che sarà sempre fiera di portarlo. Nonostante tutto.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

25 commenti:

  1. Grande Ade.
    Bentornata.
    E con il botto, cazzo.

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  2. uau...fiato corto e immaggini che volano nei miei occhi. Non so di chi parli, posso solo immaginare, non so se è inventato, ti conosco da troppo poco tempo per saperlo. Ma è scritto in maniera che sembri un quadro ad una parete. Fermo e immobile negli anni. Da guardare e ammirare, niente di più. Brava Ade.

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    1. Grazie. Questo tuo commento mi riempie di orgoglio, davvero. Ci conosciamo poco, sì. Ma posso dirti che nulla è inventato, qui. Perché questo è il posto dove io sono io e basta.
      Baci :*

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  3. C'è sempre l'impressione di essersi persi qualcosa per strada, che ci sia una storia più grande dietro.

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    1. Io non voglio perdermi niente. Voglio entrare in ogni storia. Piccola o grande che sia.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Risposte
    1. Perché hai cancellato il primo commento? Beh. Comunque ho fatto in tempo a leggerlo.
      Grazie, amata.
      Abbracci

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    2. boh. mi sono sentita stupida ad averlo scritto.
      niè sono malata...

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    3. Tu non devi MAI sentirti stupida. Non qui.

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  6. ma quanta bellezza, ade. bellezza assoluta.

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  7. ora capisco... hai un patrimonio genetico inestimabile ;)

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  8. tu hai un'abilità descrittiva allucinante. Devo riconoscerlo. E non solo.

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    1. Il Banale mi ha fatto un complimento. Credo che potrei svenire. Manca l'aria, qui dentro?

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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