domenica 26 agosto 2018

Sono una persona difficile.

È vero.
Non sono estroversa ed espansiva, non parlo di me con cani e porci, tendo ad osservare la gente a lungo prima di aprirmi - e spesso non lo faccio - , sono molto, molto selettiva, non mi interessa avere una lunga lista di finte amicizie solo per avere qualcuno da chiamare quando mi annoio, non mi piacciono le persone superficiali - ma non per questo non mi piace divertirmi - , non amo essere al centro dell'attenzione, non sono l'anima della festa, spesso preferisco ascoltare piuttosto che parlare - quello lo faccio solo se ho davvero qualcosa da dire, che questa sia o meno in accordo con chi tiene le redini del discorso - , non muto la mia opinione per compiacere il prossimo, non m'interessano gli stupidi, non sopporto chi non ascolta, non guardo la televisione - nemmeno ce l'ho - , non seguo le mode, mi tedia girare per locali a spendere tre volte tanto il giusto prezzo per una birra solo perché "figa hai trent'anni cazzo fai stai a casa il sabato sera", tendo a non fidarmi della gente, odio lamentarmi e chi si lamenta, per questo non parlo quasi mai dei miei problemi e mi tengo tutto dentro finché non esplode in un fragoroso boom che mi sfrangia gli organi interni, disprezzo i presuntuosi, non tollero i maleducati e chi mi manca di rispetto, ho molta pazienza, ma se la perdo non la recupero più, difficilmente perdono chi si prende gioco della mia fiducia, ho poca autostima e tendo a svalutarmi, per questo non sono per niente brava a "vendermi", non so fingere e fatico a mentire, infatti se mi stai sul cazzo magari non te lo dico ma, fidati, me lo leggi in faccia, detesto l'ignoranza, detesto ignorare, faccio presto a sentirmi piccola, a volte sono arrogante, non mi piace essere criticata, ma rifletto sempre su ogni critica che ricevo, sono competitiva e non so perdere, a volte mi arrabbio per delle minchiate, ma non smetto mai di lavorare su me stessa. Amo leggere, scrivere, i miei gatti, gli animali tutti, le patate, la musica, cantare, la natura, il silenzio, me stessa.
Sono stata timida, poi spaccona, poi timida e ora non lo so che cosa diavolo sono e, francamente, nemmeno m'interessa.
Mi sento sola. A volte sto così male che, davvero, vorrei prendere il telefono e chiamare una mia amica solo per sfogare quel dolore che mi emigra dentro, ma non lo faccio. Lei è troppo impegnata, lei è appena diventata mamma, lei è lontana ed è troppo tempo che non parliamo più, lei ha già i suoi problemi. Allora apro un libro e leggo, talvolta scrivo, ma è ormai da tempo che non sono più così brava a lamentarmi con le pagine bianche. Scorro i social degli altri e vedo gruppi di amici sorridenti che stanno insieme, si divertono, si taggano, vanno in posti. Poi guardo la mia e ci trovo citazioni dei libri che mi piacciono.
Mi chiedo se forse, davvero, non sono sbagliata io.
Sono una ragazza problematica, han detto. Ed io so che l'hanno detto perché, semplicemente, non sono riusciti a scalfirmi. Oggi ho trent'anni e posso dire di essermi fatta da sola. La mia famiglia è quello che è e, vaffanculo, non intendo lasciarmi giudicare per questo. Sfido qualsiasi stronzo snob e paraculo come voialtri che avete sempre il giudizio pronto a farvi un solo anno dell'adolescenza che mi sono fatta io e vedere come cazzo ne venite fuori. Io, che possa strozzarmi con la saliva in questo preciso istante se dico stronzate, ho duecoglionicosì. E sì, va bene, ho lasciato la scuola a quindici anni e a venticinque mi sono rimessa in gioco, mi sono iscritta a corsi serali comunali, ho dato due esami da privatista studiando due anni di programma in uno e lavorando nel frattempo, mi sono fatta la quinta statale, dove la metà dei professori che avrebbero dovuto formarmi vedeva noialtri disadattati del serale come dei poveracci ignoranti sottolamedia e nessuno, nessuno mai, durante questo percorso, si è reso conto di quanto coraggioso e importante fosse quello che stavo facendo. Quando ho comunicato il mio 93/100, mia madre mi ha detto "brava, finalmente hai finito, adesso posso chiederti un favore?" e mio padre "sapevo che ce l'avresti fatta". Notare, che qualche anno prima mi aveva detto "a cosa ti serve iscriverti a scuola, impegnati piuttosto nel lavoro che fai", contribuendo a ritardare di altri tre anni la mia decisione, perché ero solo una povera stupida che faceva sempre, sempre quello che gli altri si aspettavano che facessi. E no, va bene, non ho fatto l'Università. E forse non sono la fidanzata bionda, estroversa, di buona famiglia, laureata con lode che avresti voluto per tuo figlio. Però sono intelligente, sveglia, onesta, buona e so fare un mucchio di cose. E va bene, magari non parlo molto, magari non do fiato alle trombe solo per dimostrare che ho le tette più grosse delle tue, magari non sono così brava a fingere - qualità oggi ritenuta indispensabile - , però sono forte e mi sono tirata fuori dalle situazioni più di merda che tu, povera bigotta ipocrita del cazzo, non sei nemmeno in grado di immaginare. È facile parlare quando si hanno avute tutte le possibilità, difficile comprendere che possono esserci difficoltà diverse, che una ragazza può essere stata costretta a fare le scelte che ha fatto, perché a quindici anni io ero già grande, dovevo esserlo, non avevo altra scelta. Certo, tutte queste cose tu, voi, non le sapete perché io non ve le ho dette. Ma, come accennavo poco fa, io a vendermi non sono per niente brava.
È facile giudicare al primo colpo d'occhio perché a guardare - guardare veramente - ci vuole tanta, troppa fatica.
Meglio giocare con lo smartphone, no?

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

28 commenti:

  1. ... e poi c'è lo smartphone da cui ti leggo, qui, queste parole, e ci vedo controluce la ade che ho sempre visto nelle righe e tra le righe io, in questi anni.
    e visto che dubiti, te lo dico serenamente : per chi sa guardare si vede benissimo che hai le palle, ade. traspare in mille cose di te.
    che poi in fondo cosa importa se il tuo percorso è stato non canonico e diverso? importa che quel percorso ti abbia resa come sei, e importa che quel percorso ti abbia portata qui. perché leggere ade è una delle cose belle di essere kovalski. che tu ci creda o no.

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  2. Assolutamente no, molto meglio parlare con te, perché sei una persona vera e profonda in tutte le sue sfaccettature.

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  3. Mh, ma io credo che una che a trent'anni singhiozza sul letto difficilmente può considerarsi un mezzo fallimento, quindi fai bene a dire che che ce l'hai fatta, senza svenderti. E come dice il K, si vede lontano un miglio, o anche due, che c'hai le palle. Le persone più difficili sono spesso le più semplici.


    "Non si scrive per dire qualcosa, lo si fa solo se si ha qualcosa da dire"
    F. S. Fitzgerald, Taccuini

    Buonagiornata a tutte!

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    1. Io di cosa da dire ne ho un mucchio, per chi vuole ascoltare.
      Grazie, Human Penis Lost <3

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    2. Direi proprio di sì, quella è la tua frase.

      (Sempre meglio di lamin ;)

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  4. Sono lieto di essere un tuo lettore :-) perché attraverso le tue parole scritte sto conoscendo un po' una persona di valore :-) go ahead, Ade, and live free as only you can be :-) (...motto inglese un po' scrauso, ma almeno fatto in casa :-)...)

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    1. La verità è che voi che mi leggete avete una posizione privilegiata nel mondo di Ade, ma non me ne dispiaccio.
      Grazie Gilly <3

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  5. Essere se stessi è un grande valore. Complimenti per il tuo blog e inizio a seguirti volentieri.
    Saluti a presto.

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  6. Nemmeno io sono brava a vendermi, ma poco male.. e sai perché? Perché le persone per cui vale la pena sbattersi non hanno bisogno che noi "ci vendiamo" a loro. Sanno leggerci. Sanno vedere tutte queste cose o almeno intuirle. E ci prendono per quel che siamo. Silenzi, libri, gatti e pelo di gatto sui vestiti.
    Purtroppo le persone così sono poche. La maggioranza è quella che ci vuole sorridenti nelle foto al mare sui social con uno spritz in mano (si vede che mi manca l'alcool? e che non vedo il mare da anni? rosico un filo, zì). E ora farò un po' la radical chic ma vaffanculo, lo dico: ma chissene frega della maggioranza, vadaffanculopurelei.

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    1. Ed io sono d'accordissimo con te.
      Questo è uno dei motivi per cui ho deciso che non ho più voglia di cercare un posto in un'azienda, di sbattermi per arricchire il mio cv: me ne fotto di quello che pensano gli altri. Ho trent'anni e manca poco perché io non sia più lavorativamente appetibile? Beh, chissenestrafrega. Possono pensare di me ciò che vogliono, solo io - e pochissimi altri - so chi sono e va bene così.
      Ti auguro un pronto ritorno allo Spritz, mia cara. E al mare, anche. Che quello, a me, fa sempre bene.

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  7. "La mia anima è più vera della maschera che porto"

    Vaffanculo, Marco Masini

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    1. 6 1 sfigato. Ci si potrebbe insultare solo con i titoli delle canzoni italiane, volendo :3

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  8. interessante. stavo quasi per dire che un po' mi ci ritrovavo nelle tue parole ma no, arrivato alla fine posso dire di aver avuto un'adolescenza decisamente più facile o più normale della tua, se un'adolescenza normale esiste.

    il carattere forte ci vuole, ma bisogna anche credere in se stessi e in quello che si fa. non in modo cieco, ma convincendosi che le azioni che compiamo sono frutto della nostra volontà, e di quella di nessun altro.

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    1. Sono felice che tu non ti sia ritrovato nelle mie parole, perché la mia adolescenza non la auguro a nessuno (a parte ai dannati che se la meriterebbero XD).
      Hai ragione, credere in se stessi è essenziale e fa la differenza. Lo so ma non mi applico, questa è la verità. Sono ancora una novellina.

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    2. Il fatto è che indipendentemente dall'adolescenza che abbiamo vissuto possiamo ritrovarci in questo stato d'animo.
      E la cosa buffa sapete qual è? che a guardarci non si direbbe proprio che navighiamo nella merda.

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  9. Citazioni dei libri che ti piacciono? Wow, questo è un blog da leggere ;-)

    Citazione per citazione, in risposta a quello che scrivi, ecco Dino Buzzati:

    Di che hai paura, imbecille? Della gente che sta a guardare? Dei posteri, per strano caso? Basterebbe una cosa da niente: riuscire a essere te stesso, con tutte le stupidità attinenti, ma autentico, indiscutibile. La sincerità assoluta sarebbe di per se stessa un documento tale! Chi potrebbe muovere obiezioni? Questo è l’uomo, uno dei tanti se volete, ma uno. Per l’eternità gli altri sarebbero costretti a tenerne conto, stupefatti.

    (La formula)

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  10. Guardare, guardare veramente... quanti lo fanno davvero?!? testa china e via...

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  11. Io ci sonooooo!!!
    Però sappi che a me piace lamentarmi per cui rischi di farti sfrancicare i maroni a chiamarmi :*

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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