Ebbene sì. È esattamente così che amo pazzamente definirmi. Anche se, devo
ammetterlo, nella vita sono mutata parecchio. Cominciamo dal principio? Ma sì,
via. Che non ho niente di meglio da fare. Dunque. Quando ero bambina La Madre
mi infiocchettava e si divertiva a conciarmi e pettinarmi in modi assurdi
finché arrivava papà e ranzava via tutto. Zac, colpo di forbice. E voi magari
pensate che questo la fermasse? Assolutamente no. Ad ogni modo. Verso i sei
anni ho cominciato a prendere possesso delle mie facoltà persuasive (urlavo.
funziona sempre) e ho preso la ponderata decisione che io no. Non volevo essere
una femmina. Così ecco quello che facevo. Rincorrevo i maschietti e li
picchiavo (ne acchiappavo sempre e solo uno perché aveva i riccioli lunghi che
svolazzavano), giocavo a calcio, prendevo in giro le bambine che giocavano con
le barbie (anche se poi a casa di nascosto ci giocavo pure io), mi arrampicavo
sugli alberi, mi sbucciavo ginocchia, gomiti e quant'altro, vomitavo nel
corridoio della scuola e poi ridevo e così via. Certo, la vita di una bimba con
questo proposito non è facile se a casa c'è mamma che mette la Pausini,
Ramazzotti, e Baglioni a tutto volume. Ma dalla mia parte c'era papà che mi
sparava i Litfiba e Ligabue. Ahimè, certe canzoni della Laura le conosco a
memoria ancora adesso. Ma son cose tristi di cui non parlerò. Crescendo non ho
mutato di molto questa mia mascolinità (anche se cominciavo a scrivere sul
diario segreto I Love Tizio e cose così) perciò, vista la gravità della situazione,
era venuto il momento che La Nonna facesse qualcosa. Tipo seguirmi in piazzetta
e tentare di dissuadermi dal giocare a pallone coi ragazzi più grandi. Tutti
maschi, intendiamoci. Tipo chiamare papà e pregarlo di fare qualcosa,
altrimenti le sarebbe scoppiato il cuore. Tipo minacciarmi che se non mi fossi
messa la gonnellina non mi avrebbe preparato il corredo per il matrimonio (Nonnaaaaa
io non mi sposerò maiiii, capito??). Ed io, da parte mia, la guardavo con la
mia faccia da schiaffi e le mostravo il grosso buco sul ginocchio dei miei
pantaloni mimetici col cavallo basso. Parliamone. E cosa ascoltavo nel mio
Walkman azzurro oltre ai Backstreet Boys? Ovvio. I Blink 182. Sembrava sempre
di più che stessi prendendo la strada giusta. Purtroppo per me, però,
l'adolescenza incalzava ed io mi ritrovavo a sbavare sulle magliettine della
Onyx e le zeppe Fornarina della mia amica. Cose che io non avrei avuto mai (adesso
che ne sono cosciente, per mia fortuna). Mi ha vestita La Madre per tutte le
medie (sarà anche per questo che non mi cagava nessuno?) e l'unica cosa che
sono riuscita ad ottenere è stato un Eastpak blu, l'ultimo anno. Quando le cose
ormai erano irrecuperabili. Passato l'inferno, però, ho capito che la decisione
più giusta sarebbe stata quella di adeguarmi alla gente a cui volevo piacere.
Sia come apparenza, sia come musica, sia come tutto. E, sì, lì è iniziato il
periodo buio. Rossetto rosa e discoteca. Vi parlerei anche del periodo
gabberina ma, mi dispiace, è troppo imbarazzante. Sono rimasta nel tunnel un
paio d'anni. Anche se di nascosto compravo ancora i cd dei Blink. Finché un
giorno, boom. Illuminazione. Ho pensato, sai che c'è? Che vaffanculo. Ho
mollato tutto e sono tornata il maschiaccio di prima, con un po’ di stile in
più. Capelli corti e supercoloratissimi, pantaloni col cavallo alle ginocchia e
mutande rigorosamente in vista, Etnies ai piedi, totale incuranza negli
accostamenti di colore, vistoso cerchietto al naso e soprattutto tanta, tanta
musica rock. È durata un paio d'anni, anche lì. Finché un giorno una vecchia
amica ribeccata per caso non mi fece notare una cosa alla quale non avevo mai
fatto caso. Se sei figa, ti vesti da figa e ti comporti da strafiga tutto è più
semplice. Le macchine si fermano per farti attraversare la strada, anche se
stanno andando a 90 km orari. Ti aprono la porta quando entri in qualsiasi
posto. Ti sorridono e ti offrono da bere. Divertente, davvero. Inutile dirvi
che, dopo un po' di imbarazzo iniziale (tipo oddio ma devo proprio mettere la
gonna? Anche i tacchi? Guardami ma sono orribile! Anche se in realtà non lo
pensavo affatto ma era troppo dura ammetterlo a me stessa figuriamoci a lei) ci
ho preso gusto ed eccovi servito il mio nuovo stile. Mai abbinare più di due,
al limite tre colori insieme. Niente colori accesi. Un intero guardaroba
costituito da capi neri, marroni, grigi e blu. Stivali, tacchi, borsette e
capelli lunghi. Le borchie? No no, per carità. La borsa azzurra col teschio?
Non sia mai. La cintura verde militare? Archiviata. La musica rock? Eh no,
bella. Quella te lo scordi. Impossibile da abbandonare. Comunque questo non mi
ha impedito di diventare una perfetta signorina ben vestita. La mia
preoccupazione davanti allo specchio? Cosa penserà la gente se metto la scarpa
marrone con la giacca nera? Non se ne parla. Via, immediatamente. Come? Non ho
sentito bene. Volete sapere quanto è durata? Giusto il tempo di accorgermi che
tutto è più bello, mischiando un po’ di colori. Compresa io. E che non c'è
niente al mondo che io ami di più delle mie Converse e dei miei accessori
borchiati. E che se mi vesto strana e la gente mi guarda, sapete, non me ne
frega un emerito cazzo.
Ad ogni modo, ora è finita. Si vede che non era vero amore, vi pare?
Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato.
vogliamo parlare del mio di percorso stilistico? No per favore! Sembro una schizofrenica!!!
RispondiEliminaTu lo sai che in parte è anche colpa tua, vero?
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