E poi mi piazzo sul letto a mangiare patatine.
Quelle schifose, proprio.
Quelle che hanno dentro un mondo di porcate.
Me ne infischio, va bene?
Io sono una contraddizione vivente.
Cosa lo nascondete a fare, tanto lo so che lo siete anche voi.
Il Calvino è andato ed io l'ho scoperto il sedici maggio alle sette e quarantacinque del mattino, mentre bevevo il caffè seduta al tavolo della mia sala/cucina, in pigiama, mezza addormentata.
Ho finto noncuranza, ho detto "pazienza", mi sono messa la tuta e sono andata in palestra.
Ci vado tutte le mattine, ormai.
Ho scoperto che, non solo mi dà energia, ma mi svuota anche di buona parte di cattivi pensieri, rabbia repressa, cose.
Però, poi, la sera, ho pianto.
Ho pianto perché mi sono sentita una fallita, è chiaro.
Non è così difficile farmi sentire così.
Funziona così con noi insicuri.
Al minimo soffio di vento, voliamo in terra che è una meraviglia.
Hai voglia a passare le ore davanti allo specchio o davanti a una tastiera a dire/scrivere le meglio cose su di noi.
Parole parole parole perché così cazzo se lo dico ad alta voce vuoi vedere che, magari, poi, ci credo anch'io?
Ho riletto le prime cinquanta pagine e, da che mi pareva una figata, ora penso "eh sì, certo che l'hanno scartato, fa cagare."
Solito circolo vizioso di merda.
Domani mi passa, eh?
Oggi mangio le patatine.
Poi vado a fare il mio lavoro precario del cazzo che, sì, va bene, mi piace, ma vuoi mettere avere un contratto vero sotto il culo? Eh? Vuoi mettere?
Sì, voglio mettere che fotte sega, ecco cosa voglio mettere.
Io voglio scrivere.
I vostri contratti potete anche ficcarveli lunghi lunghi su per il culo, belli belli arrotolati e occhio a non tagliarvi che la carta, sapete, è infida e quelle sono parti delicate.
Ma dì, non ti piacerebbe lavorare in un supermercato? Eh? Magari all'Esselunga, no? O un bel call center, dai. Tipo quello in cui hai già lavorato, no? Dove dovevi solo rendere accettabile per te stessa il fatto di passare tra le sei e le otto ore al giorno a cercare di inculare la gente, cosa vuoi che sia. C'è chi lo fa per tutta la vita, no?
Giuro che la gente non la sopporto più.
Vorrei essere piena di me il tanto che basta per lasciarmi scivolare tutto addosso.
Poi vado in biblioteca e succede questo.
Consegno i libri e il tizio li guarda, sorride e mi chiede se sto studiando qualcosa.
Tengo a freno la voglia di rispondere "non sono stracazzi tuoi" e mi dico "dai, dillo, dai, una buona volta, osa dire quello che cazzo fai, no?".
Scrivo, dico, allora.
Mi sto documentando, aggiungo.
E non l'avessi fatto mai.
Questo mi attacca un pippone - siamo colleghi, mi dice, e poi mi racconta PER FILO E PER SEGNO la trama della sua ultima fatica, di quella precedente, dei suoi contatti AUTOREVOLI, dell'importanza di trovarsi un agente (per poi pubblicare con una casa editrice a pagamento che, non solo ti chiede soldi, ma poi ti paga con un buono sconto spendibile in libri e due mortadelle coi pistacchi) - che sembra non finire mai e poi ha la brillante idea di concluderlo dicendomi "ma tu lo sai che con la scrittura non si campa, vero?".
CRISTODIDDIO.
Ma ti ho chiesto un'opinione, io?!
Ti ho PER CASO assunto - inconsapevolmente - come mentore/salvatore/consigliere ufficiale?!
Certo, con la scrittura non si potrà mai campare se quello che scrivi FA CAGARE AL CAZZO.
Avrei voluto dirglielo, lo giuro.
Ma ferirlo - peraltro ingiustamente, poiché non ho mai letto una sola riga di ciò che scrive - non avrebbe cambiato nulla.
Certo, che campare con la scrittura sia difficile ai limiti dell'impossibile lo so anch'io, santa pazienza.
Ma mi volete mollare, un po'?
Mi volete lasciare in pace, giacché sto cercando di CREDERE IN ME STESSA pur non essendo particolarmente abile a farlo?
E poi ci siete voi, che mi chiedete di leggere ciò che scrivo ed io che dico sì sì ma dentro di me penso no no perché non lo so se poi vi piace e se non vi piace anzi se poi vi fa proprio schifo io che faccio, eh? Che faccio? No perché io non ce l'ho questa cosa di sentirmi la più figa in terra, non ce l'ho, capito? Non lo so cosa cazzo sia successo durante la meiosi, ma non ce l'ho.
Mi manca, proprio.
Forse oggi sarei più felice se invece di tutta questa intelligenza mi avessero trasmesso un po' di, chessò, ESTROVERSIONE.
Esuberanza, problem solving, proattività, predisposizione al lavoro di gruppo e mannaggiaacristo.
Buona giornata, comunque.
Ah, e mi iscriverò a boxe.
Perché lo so, lo sento, che prima o poi mi tornerà utile saper tirare un gancio come si deve.
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