Ieri mattina ero felice e giuliva.
Ho svolto le mie faccende, come una brava massaia.
Ho fatto ricerche per il romanzo e ho scelto una dozzina di libri potenzialmente utili. Il primo che ho preso s'intitola "Ingegneri della jihad", ed è tipo un saggio in cui si cerca una spiegazione razionale del perché sei estremisti su dieci sono laureati in ingegneria. Poi non ditemi che non faccio letture tranquille.
Sono andata a pilates.
Ho pranzato con un toast al formaggio e paté d'olive e un gambo di sedano.
Mi sono ammalata.
Ma come, così, all'improvviso?
Sì. Sarà stato il sedano, non lo so, però sta di fatto che alle tre del pomeriggio snariciavo abbondantemente, alle quattro mangiavo lo yogurt e i biscotti al cioccolato e alle nove morivo sul letto, abbracciata al gatto. Il maschio, perché la femmina non mi cagava di striscio.
E adesso?
Adesso sono sotto le coperte, i miei gatti russano e mi sono appena divorata mezzo pacchetto di patatine al rosmarino. Così ora, oltre al raffreddore, ho pure il mal di pancia, e posso lamentarmi meglio del mio profondo dolore, gemendo anche un po'.
Vi lovvo e, mentre vi lovvo, inizio un nuovo libro di Lansdale.
Cià.
Ps
Comunque stamattina ho anche lavorato un po': ho revisionato il romanzo che manderò al Premio Calvino, dopo la lettura critica di Patty, che ha trovato un paio di errori ortografici e mi ha dato un ottimo consiglio per migliorare l'incipit.
Ri-cià.
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