Lo dico.
Perché, insomma. Tempo fa qualcuno mi disse che c'era un tizio che girava tra i blog per insultare la gente. E, appresa la notizia, mi sono fatta un esame di coscienza e ho capito che no. Non potevo essere io. Che ne so, magari di notte. Ho pensato. Magari mentre dormo. Mi sono detta. E invece niente. Io di notte dormo come un sasso, proprio.
E quindi, ecco. Assodato che l'artefice di tali avvenimenti non fossi io, mi sono chiesta come mai questo fantomatico tizio da me non fosse ancora approdato. Voglio dire, che diamine hanno loro, che io non ho? Sono forse più insultabili di me? E giù a disperarmi. A strapparmi i capelli, proprio. Ma lui niente. Assenza totale. Indifferenza assoluta al mio tormento.
Fino a quando, ecco. Fino a quando non ho ricevuto questa.
Allora. Sulle prime ho esultato. Come una bambina, proprio. Ho fatto anche il balletto, seduta in macchina. Canticchiando "E' arrivato anche da me, è arrivato anche da me!" con annessa risata malefica. Sì. Perché io già pensavo alla risposta, no? Che chi mi conosce davvero lo sa, che io sono la numero uno. Quando si tratta di litigare. Dio. Che goduria questa parola. Fatemela scrivere ancora qualche volta. Litigare. LITIGARE. L.I.T.I.G.A.R.E. LiTiGaRe. Va bene la smetto. Che sono ancora più brava dal vivo, questo è chiaro. Che sono capace di affrontare tre bisonti della curva sud, ubriachi, alti almeno tre spanne più di me, che mi urlano "non c'è un uomo con te??" e io urlo "no, faccia di merda. vieni fuori, cazzo. vieni fuori.". Già. I miei ricordi più belli arrivano da litigate. Devo avere qualcosa che non va. Ma sto divagando. Torniamo al mio anonimo preferito. Ecco. Questa mattina apro il blog. E cerco il suo commento. Cerco meglio. Riguardo la mail. Magari me lo sono immaginato. Un'allucinazione dovuta alle intense inalazioni di vinavil. Ma no. La mail c'è. Mi fissa. Io la fisso, attonita. Come cazzo è possibile? Dove sei, Fantomas? C'è forse qualcuno che veglia su di me e cerca di impedirmi di fare rissa? Dio, sarebbe la mia fine. Non voglio pensarci.
E quindi, niente. Niente anonimo. Niente risposte acide. Niente insulti.
Quanta tristezza. Guardate Paco, poverino. Anche lui, non riesce a capacitarsene. E se ne sta lì, appollaiato sullo schienale del divano. A domandarsi perché. Perché, cazzo?
Comunque. Mio caro anonimo. Mio unico, inimitabile, irriverente anonimo. Non è che io voglia fare la pignola, eh? Io capisco che tu, magari. Te ne stai tutto infoiato davanti al pc, alla ricerca di blogger da insultare. E quindi, magari. Quando ne trovi uno vieni preso da spasmi di pura euforia. Magari urli, anche. Magari esci e abbracci i passanti. Però, cacchio. Sei parole, per me. SEI PAROLE. Sei parole e non mi controlli l'ortografia? Sei parole e non dai un'occhiatina prima di pubblicare? Coraggio, amico. Coraggio. Io sono sicura. Anzi sicurissima. Che se t'impegni. Aaaaaaah se t'impegni. Puoi fare di più. Molto di più. E ricorda. Ricordatelo sempre. Io sono qui per aiutarti. Io sono qui per te. Perché non è tanto chi sei, quanto quello che fai, che ti qualifica.
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