lunedì 13 maggio 2019

Five days to go

Eh sì, miei adorati.
Tra cinque giorni succederà.
Il momento sta per giungere.
L'attesa sta per terminare.
Vivo in un'allegra bolla di ansia gioconda.
Meno cinque giorni alla pubblicazione dei dieci nomi tra i quali, ovviamente, cerco di figurarmi anch'io.
Mi ci trovo bene, là in mezzo. Emozionata e felice, persino stretta così, in quell'interlinea decisamente poco spazioso.
Si respira aria di festa, lacrime dolci, sorrisi grandissimi.
Immagina, credici, vivilo.
Rendi materia i tuoi sogni.

"Se gli altri non ridono dei tuoi obiettivi, vuol dire che non sei abbastanza ambizioso."

Foglietti gialli con gli angoli piegati dal tempo, appesi qua e là.
Sì, sono stata pronta ad ampliare la mia visione di ciò che posso fare, e l'ho fatto.
Lo faccio ogni giorno, tranne quando ho il pre-ciclo. Perché lì, mi pare ovvio, penso solo a mangiare.
Che ridano di me, poveri stolti. Non sanno che, ahiloro, mi stanno facendo solo un grosso favore.
Che mi vedano come un'illusa, che si diano il gomito, sogghignando, chiedendosi quando crescerò, quando comincerò a vivere la vita vera.
La vita. Vera.
La vita vera è, per me, quella vita in cui sei felice perché fai cose che ti rendono felice.
I clichés lasciamoli a chi ha la fantasia intirizzita, a furia di correre su una strada che qualcun altro ha pensato per lui.

Leggo tanto e mi piace.
A volte penso che vorrei essere più costante, nel mio parlarvi di ciò che leggo.
Ma non è cosa per me, ormai mi è evidente.
Quando ho qualcosa da dire su un libro, lo faccio. Senza sforzi.
Se dovessi impormi di recensirli tutti, di esprimere un'opinione, di catalogarli, di stellinarli, mi annoierei a morte.
Spesso sui libri non ho niente da dire.
Sono miei, punto.
Li ho amati, li ho odiati, mi hanno insegnato qualcosa.
Mi capita, però, di volerne parlare, a caldo.
E quelli sono i momenti in cui, fossi una persona diligente, dovrei prendere nota di quei pensieri fuggevoli e poi buttarli giù, con calma.
Ma non lo faccio mai.
Per esempio, ricordo che "Cattiva" di Rossella Milone, mi ha lasciato delle sensazioni addosso. Sensazioni sgradevoli, per lo più. E non perché il libro facesse cagare, anzi. Ma perché era crudo, reale, vivido, pauroso.
Mi piacerebbe far parte di un gruppo di gente psicotica come me, tipo. Ritrovarci una volta a settimana, una volta ogni due, con un libro in mano, davanti a una torta, una tazza di caffè. E parlare, parlare, parlare. Parlare di libri.
Ma non in maniera intellettualoide, ecco. Conversazioni fluide, scorrevoli, sincere. Non mucchi di parole buttate lì a mo' di ostentazione, esaltazione di cultura, fammi vedere se ce l'ho più grosso io o se ce l'hai più grosso tu ma, dai, cazzo, è evidente che è più grosso il mio, no? Vogliamo davvero discuterne?

Spengo il pc e mi sento brava.
Ciò che sto facendo è fantastico, meraviglioso, appagante.
So che, quando sarà finito, sarà stupendo, la mia chicca, il mio bambino adorato.
All'inizio temerò per lui, lo vorrò proteggere, faticherò a separarmene.
Poi arriverà il momento in cui sarò pronta a gettarlo in pasto al mondo, lasciarlo vivere, permettergli di crescere, affrontando le difficoltà ed uscendone da solo.
E me ne dimenticherò.
Lo porrò in un angolo del mio cuore. Un luogo buio, silenzioso, dolce.
E mi darò al prossimo.

Odio la faccia di quell'uomo. La vedo ovunque, mi snerva. Quel suo sorriso stupido, finto, piacione. Il suo tono di voce fastidioso, quelle parole ripetute, come se stesse parlando a un branco di scemi.
Sì, questo è ciò che siamo tutti, per lui.
Un mucchio di pecoroni, manovrabili, innocui e allo stesso tempo potenti.
Come una mandria di bufali che corre nel vento.
Che schifo, il mio paese.
A volte lo dico, ci penso.
Ma poi so che non fa davvero così schifo, no.
C'è ancora gente decente, da qualche parte.
Sono silenziosi, come me.
Forse è arrivato il momento di smetterla, però, con il silenzio.
Con la muta indignazione.
Con la speranza che prima o poi le persone aprano gli occhi.

Ho letto "Il figlio del secolo" di Antonio Scurati. Un librone di circa ottocento pagine che racconta, in modo più o meno romanzato, la storia di quell'uomo a cui poveri stolti ignoranti ancora oggi inneggiano. Una storia che conoscevo già, certo, ma che mi piace rileggere da diverse angolazioni.
Sono stata male, malissimo.
Il silenzio di quell'aula, era come se ce l'avessi io, nel cuore.
Il silenzio.
Se qualcuno avesse rotto quel silenzio, come sarebbe andata?
Non so, nessuno può sapere.

E adesso?
Davvero si può restare muti, a bocca aperta, con la forchetta piena di spaghetti ferma a mezz'aria per qualche secondo, e poi nulla?
Non lo so, non lo so.
Ma ci penserò, ci sto già pensando.

Piangevo, ieri sera.
Ho ascoltato l'intervento di un medico, Pietro Bartolo, all'Università di Modena.
Un'ora e dodici minuti di atrocità.

Non lo so se la gente davvero non sa queste cose o se, forse, è semplicemente più comodo fingere di non saperle.
Fidarsi di tutto quel che si sente, si vede, si legge.
Io non mi fido, mai.
E non voglio, non posso più restare in silenzio.

Cosa posso fare, però?
Non lo so, non lo so.
Il senso di impotenza mi attanaglia.
Ma non gliela darò vinta.
Non lo faccio mai.

Io odio perdere.
Ma questo voi già lo sapete, no?

Ciao belli.
Grazie per avermi cercata, pensata, desiderata.
Vi abbraccio.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

7 commenti:

  1. Sei piena di vita e per me è un piacere leggerti.
    Ti voglio tra i dieci.
    In bocca al lupo.

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  2. Spero ti va vada bene cara Ade.
    In attesa.....in bocca al lupo.

    RispondiElimina
  3. io lo so, che andrai alla grande.

    e so anche chi si merita una copia autografata, e con una dedica di infinito&imperituro amor :-D

    RispondiElimina
  4. Dalle tue parti ci sono diverse "blogger" che organizzano incontri di lettura. Si sceglie un libro e poi ne parlano. Però sono incontri programmati e non credo che ci sia il tè.
    Io pure mi sto dedicando alla lettura, e ai film. Netflix perora sta lavorando duro con me ehehehe (battuta del cazzo, sorry)

    Ma aggiornamenti sul teletrasporto ne abbiamo? Quanto cazzo dobbiamo ancora aspettare per vederci per un tè il pomeriggio x parlare di libri? Ma cosa stanno facendo gli scienziati di questo secolo? La calzetta di lana?

    finisco chiedendo: me lo mandi il link dove appaiono i nomi dei finalisti?

    Cià amata :-*

    RispondiElimina

Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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