martedì 13 maggio 2014

Storia catastrofica di te e di me


Questo è uno di quei libri presi per caso, quando giro per la libreria osservando e toccando e annusando e non so bene cosa voglio, dove voglio andare e perché e allora vago, lasciandomi attirare da parole, forme, colori, punti.
E non lo so cos'è che mi ha colpito di questo libro, fatto sta che ho voluto che fosse mio e così è stato.

"E non c'è niente di elettrizzante nell'innamorarsi. Ma proprio niente. Alla fine quello che succede è che ti ritrovi a stare sempre da cani, più fuori che mai, devastata dalla paura che finisca male e che la tua vita ne esca rovinata per sempre. E indovinate un po'? È proprio così che va. Sì, certo, lui ha un profumo da paura. E tu ti sciogli quando ti manda un sms per augurarti la buonanotte e sì, d'accordo, i suoi occhi sono troooppo azzurri. E sì, vi tenete per mani mentre andate a geometria e lui conosce tutti i tuoi inconfessabili segreti e ti fa ridere così tanto che poi gli sputi la gazzosa in faccia ma non te ne importa un tubo, anche se è la cosa più imbarazzante del mondo. E sì, quando ti bacia il resto del mondo scompare, la tua mente si spegne e tu senti solo le sue labbra e non c'è nient'altro che conti.
E lui ti dice che sei bella e tutt'a un tratto lo sei.
Ma ho una notizia da darvi: è un gran casino, in realtà, un gigantesco incubo che vi esploderà in mano. Non avete idea del pasticcio in cui vi siete ficcate. L'amore non è un gioco. Le persone ci si tagliano le orecchie. Ci si buttano dalla Torre Eiffel, oppure vendono tutto quello che hanno per trasferirsi tipo in Alaska e vivere con gli orsi grizzly, e poi finiscono sbranate e nessuno le sente urlare aiuto.
Ecco com'è: innamorarsi è più o meno come essere divorati da un grizzly.
E credetemi, io lo so. Perché, non ve l'ho detto? A me è successo. Cioè, non sono stata sbranata da un grizzly. Mi è andata molto, molto peggio."

Brie ha sedici anni quando muore con il cuore letteralmente spezzato in due, dopo che Jacob, il suo primo amore, le spiattella in faccia di non essere più innamorato di lei.
Sindrome del cuore infranto, la chiamano.

"-Allora ci vuoi tornare da lui?-
Mi bloccai a metà sorsata. Lo guardai. -In che senso? Tornare da chi?-
Mugugnò qualcosa e si accasciò sulla tavola. -Dici sul serio, Cleopatra? Te ne sei dimenticata davvero?-
Eh? Che cosa dovrei ricordare? E perché mi chiama Cleopatra?
Non risposi, e lui si diede una pacca in testa. -Continui a stupirmi, mia cara.-
-Perché?- Allungò una mano verso il mio milkshake. -Ragazza, tu sei di brutto nella Fase Uno. Di bruttissimo. Per fortuna la negazione ti rende molto carina.- Sorseggiò dalla cannuccia. -Accidenti, è divino.-
-Ehi!- Gli diedi uno schiaffetto. -Beviti il tuo!- Mi cadde l'occhio sul suo abbigliamento, come succedeva spesso, e mi scappò un sorriso. 
Lui se ne accorse. -Che c'è di così divertente?-
-Niente.- Scossi la testa. -Niente davvero.-
-Eh, no.- Di colpo voleva saperlo a tutti i costi. -Dimmelo.-
Mi morsi un labbro. -Niente, solo... la tua giacca.-
Abbassò gli occhi. -Cos'ha che non va?-
-No, niente.- Soffocai una risata. -Cioè, niente se sei un pilota da combattimento. E se è il 1982.-
Rimase a bocca aperta. -Questa me la segno. E poi, senti, sto qui a farmi dire come vestirmi da una che ha addosso un gigantesco sacco di patate.-
Sogghignai. -Sei geloso solo perché l'ho preso da Saks Fifth Avenue.-
-Brutta questa, Babybel. Bruttissima.- Scosse la testa. -E comunque, prima che ti trasformassi nel mio Ispettore del Look, ti stavo chiedendo: ti dice qualcosa la parola <<riscatto>>?-
Rimasi zitta un momento. -Nel senso di vendetta?-
-Sei un fulmine di guerra oggi, eh, Scamorza?-
-Va bene, ora basta con questi nomignoli,- dissi. -Che cosa intendi per vendetta?
-Be',- rispose lui, sogghignando. -Pensavo solo che magari ti andava di divertirti un po'.
-E posso sapere chi sarebbe la vittima prescelta?
-Oh, dài, su. Cicciobello,- disse Patrick. -Micetto. O come cacchio si chiama-. Aveva un tono canzonatorio. Dispettoso. Mi infastidiva.
-Eh?- risposi stranita. -Chi?
-Aspetta un attimo, ce l'ho,- disse - Jason?
Eh?
-Mancato, non era lui,- mormorò - Jonah, forse?
Ah.
-Jeremy?
Ommioddio.
-Mancato di nuovo, mi sta facendo diventare...
-Jacob,- dissi piano. Mi sentii un nodo alla gola, e un vecchio dolore di mia conoscenza che avevo quasi completamente dimenticato mi scivolò nel petto.....
.....Come potevo aver dimenticato tutto?
Cominciarono a prudermi le dita. Uno strano ronzio e una lievissima scossa elettrica alla nuca, proprio sotto i capelli.
Jacob.
Era stato lui. Lui mi aveva messo in quella situazione. Era colpa sua. Di tutto. E non solo.
Una sensazione vecchia e sepolta si fece strada dentro di me. Una sensazione che non provavo da tempo.
Non ero triste. Non mi sentivo sola. Ero furiosa.
-Allora?- mi chiese Patrick.
Chiusi gli occhi, con quel ragazzo-angelo malvestito seduto di fronte, e per la prima volta fui io a rivolgere a lui un ghigno malefico.
-La pagherà.

Divertente. Forse un po' sciocco. Però un sacco divertente.
Promosso.
Ebbrava Jess.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

5 commenti:

  1. Evidentemente Brie non ha mai mangiato il pane (il nostro, s'intende) altrimenti avrebbe mandato a fanculo Jason e si sarebbe data alla pazza gioia :D

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  2. Trama interessante, è tanto che non compro libri di questo tipo, anche se l'ultimo che ho letto è il miticissimo Diario di Bridget Jones che forse un pò ci si avvicina :P

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  3. Mi sa che scegliamo i libri proprio nello stesso modo...

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  4. Resto convinto che un sacco di libri scelgono loro, ci puntano, si mettono in mostra, in bilico sullo scaffale, di traverso con la copertina vagamente aperta, i più intraprendenti ci sgambettano al passaggio con l'aria indifferente... "e pensa di aver scelto lui.." se la sghignazza poi di sottecchi il tal volume dentro la sua bustina griffata...

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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