domenica 10 novembre 2013

Tanto tempo fa

Se mi fossi trovata in una condizione simile a quella in cui mi trovo adesso, probabilmente sarei andata nel panico. Avrei pianto. E urlato. E chiesto alla vita o a Dio o a non so chi il perché. Cosa ho fatto di male, io? Sono una persona così terribile, io? Me lo merito per davvero, io? Poi avrei preso la bottiglia di sambuca e mi sarei chiusa nel mio angolino della tristezza. Bestemmiando contro una vita che fa schifo. Imprecando contro gli eventi che, ancora una volta, mi stavano sbattendo a terra. Avrei versato ogni lacrima possibile e, quando la stanchezza avrebbe preso il sopravvento, mi sarei addormentata. Sperando che la notte mi donasse un sogno migliore. Qualcosa in cui sperare. Qualcosa in cui credere.
Non lo so, precisamente, quand'è che ho smesso di essere quella persona.
Forse quando è nato il primo dei miei fratelli e ho dovuto prendermi cura di lui.
Forse quando ho lasciato mia madre e le ho detto che non potevo più prendermi cura di lei.
Forse quando ho capito che farsi del male non era la strada migliore.
Forse quando ho capito che nella vita sei tu che ti aiuti, e nessun altro. E se rinunci ad aiutarti tu, allora puoi anche mandare tutto a fanculo e lanciarti da un ponte. O vivere con una bottiglia in mano, fino a quando non saprai più chi sei, i tuoi denti marciranno, il tuo sangue puzzerà come una distilleria e un bel giorno, splat, il tuo fegato imploderà e ciao ciao.
Non voglio essere abbracciata. E se piango, succede per cinque minuti, perché il mio subconscio mi risbatte subito sulla retta via, a calci nel culo. Ho sempre trovato una soluzione, spesso quella sbagliata, certo. Ma pur sempre una soluzione. E se, adesso, sono in mezzo a tutto questo, è perché mi devo svegliare.
Svegliati, bambina. Essere buoni non porta a niente.
Non chiamarmi bambina, o ti faccio ingoiare la lingua, maledetta vocina del cazzo.

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato 

29 commenti:

  1. siamo soli, dobbiamo contare solo su noi x' anche se ci sono persone che ci vogliono bene incodizionatamente e ci danno una mano nn resteranno x sempre con noi o saremo noi a dover ricambiare l'aiuto prima o poi...parlo così x' ho fatto un sacco affidamento su una persona, forse troppo e ora...nn c'è più
    un bacio

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  2. C'è da stare attenti a fidarsi della gente. Quella, quando gli gira, ti volta le spalle. In certi casi è meglio esser soli.

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    1. L'importante è non voltarsi le spalle da soli. Se no è la fine.

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  3. Ade cara, mi togli le parole di bocca.
    E' per la prima volta mi sto fidando di qualcuno, e mi chiedo sai, mi chiedo tante cose.
    Ma la paura rimane lì, nel sangue, la paura che tanto pure lei forse un giorno si dimostrerà l'ennesima delusione.
    Un abbraccio mostro.

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    1. Mi parli di delusione, certo. Lo capisco. Ma una delusione arriva quando dietro di lei c'è un'aspettativa. E le aspettative, no. Non sono amiche. Ti fottono, le bastarde. Per questo bisogna debellarle. Comprendere che non ci servono. E allora, credimi, le delusioni se arriveranno, saranno molto meno amare.
      E mi parli di paura, anche. E la paura è qualcosa che non possiamo comandare, dicono. È qualcosa che viene da dentro, ma da così dentro che noi proprio non ce ne possiamo liberare. Ma questo non ha importanza. Ciò che importa è non mostrarla, la paura. Mostrare coraggio anche quando dentro tremi come una foglia. Aiuta, sai? Aiuta ad avere meno paura, col tempo.
      Un abbraccio (mostro?) J.
      Ade

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    2. Ed era delusione Ade cara, ha scelto l'altra...
      E mostrerò coraggio, che non sono una debole cazzo.
      Non lo sono mai stata.
      Mostro, perché ti intrufoli lì dove gli altri chiudono volentieri occhio.
      Dovrò raccattare i pezzi da sola, per l'ennesima volta. Ma ce la farò.
      Ti abbraccio tanto Ade

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  4. Io sono un po' meno ombroso o pessimista, ma ti assicuro che alcune cose che hai descritto purtroppo le vivo anche io.
    Pochi giorni fa ho avuto modo di pensare proprio a quante volte la vita mi regala illusioni -in un certo ambito- e poi mi fa ricominciare sempre tutto dall'inizio.
    Tanto che ormai ho smesso di crederci.
    Se fossero stati due o tre anni fa, l'altra sera avrei aspettato un messaggio senza addormentarmi, nella speranza che si sarebbe tramutata in frustrazione. Invece mi sono messo a dormire tranquillamente.
    Il giorno dopo ero pronto a tornare in pista. Che tanto, è quello che si deve fare XD

    Buona domenica!

    Moz-

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    1. Hai ragione. Rimettersi in pista. Sempre. Che domani è un altro giorno.
      E via.

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  5. Io credo che molto dipenda da come li guardiamo i problemi. Se partiamo già sconfitti non arriveremo mai ad essere indipendenti e a trovare una soluzione.
    Tu stai andando per la strada giusta.

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    1. Lo spero, bella mia. Lo spero.
      Mi sa che il nostro tète a tète è rimandato, eh?

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  6. Che forza mi ha dato quello che hai scritto, non hai idea.

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  7. A volte è bello concedersi un po' di serena assenza di difese. Finché dura.
    Sapendo che se hai imparato a cavartela, non è cosa che si dimentichi. Per cui basta un gesto, un evento, una situazione, per farci tornare in modalità survival.
    Che è come la bici: abbiamo imparato ad andarci, e non si scorda più, nemmeno se non la tocchiamo per anni. Ma quando.poi ci serve, eccoci qui.


    ...abbiamo voluto la bici. Pedaliamo :-D

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    1. Io, sarò cinica, ma non sono mai priva di difese. Loro sono lì, di fronte a me. E mi tengono una compagnia che non ne hai un'idea.

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    2. Volevo chiedere al signor K. che cosa fanno le persone come me che in bicicletta non sanno andare? o.o

      Comunque avere paura è normale. E anche farsi delle illusioni. L'importante è non lasciarsi travolgere da esse.
      <3

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  8. Avevo scritto una risposta lunga e mi si è cancellata. Forse è meglio così.

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  9. Oddio.
    Questo post mi riporta indietro di qualche mese.
    Stesse considerazioni, stesso sentire.
    Mi pare quasi impossibile adesso, essere qui.

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  10. Forse quando ho capito che nella vita sei tu che ti aiuti, e nessun altro. E se rinunci ad aiutarti tu, allora puoi anche mandare tutto a fanculo e lanciarti da un ponte.


    Ho sempre pensato che il miglior aiuto viene da noi stessi, ho imparato ad amare la solitudine e a contare sempre e solo su me stessa prima che sugli altri. Questa tua frase mi ha colpito molto. E sono sul tuo blog da cinque minuti.

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  11. L'importante è poter contare su sè stessi. E poi che soddisfazione capire di avere imparato a cavarsela.

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    1. E poi ci sono le amiche che ti telefonano e si presentano dicendoti cose assurde sui peli del culo, e allora tu ridi.

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  12. Nessuno ci aiuta e non accetteremo mai un aiuto se non siamo predisposti a riprenderci e "svegliarci" dalla condizione in cui viviamo.
    Hai bene a lasciar andare la Ade di prima e a riprenderti in mano le redini della tua vita ma piangere ci sfoga, anche se non serve a nulla, piangere ci lava... Io lo faccio perché altrimenti tenermi tutto dentro mi farebbe esplodere dentro e sarebbe un bel macello...

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    1. Sì, forse sfoga. Ma non risolve i problemi. Io piango, non dico di non farlo. Ma poi non mi sento meglio. Sai quando mi sento meglio? Quando, per sfogarmi, canto.

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  13. Alla fine serve a poco chiedersi quando, bisogna viversi per quello che si è, in quel tale momento

    (credo)

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Grazie per aver fatto finta di non avere niente di meglio da fare che commentare il mio post... vi lovvo

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