giovedì 29 novembre 2012

Perché lo sappiate


 

Nella dimora di Ade c'è un nuovo inquilino. Sì. Quello che vedete qui sopra spiattellato sul mio divanozzo rosso che vi guarda con certi occhioni. Lui (che per qualche ora è stato anche una lei. causa ignoranza generale sulle sembianze dei genitali felini castrati. e io ho anche fatto la figa sui vari social network presentando "la mia nuova gattina Jenna". son cose.) non ha ancora un nome. Perché io e Mr. Ade abbiamo opinioni contrastanti. Il fatto che alla fine sceglierò io è abbastanza palese. Però voglio dargli l'illusione di avere possibilità di scelta. E quindi vi propongo un sondaggio. I nomi papabili sono:

-Paco (proposto dal Disturbatore)
-Marte (perché l'ho trovato Martedì)
-Silvestro (perché è bianco e nero)
-Rocky (la scelta di Mr. Ade. se mi volete bene vi prego di stroncarlo sul nascere. grazie)

Sono comunque aperta (che detta così potrebbe anche suonare male) a nuove proposte.
Insomma. Quando il mio patonzolo avrà un nome (cosa che spero avverrà entro stasera), vi racconterò la sua storia figherrima. O per lo meno. La sua storia dal momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati, su quel ponte pedonale. Che tenerezza.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

giovedì 22 novembre 2012

Scrivere digitando i tasti a caso

Sperando che il tastierino intelligente prima o poi capisca cosa voglio dire. E lo dica. Anzi lo scriva. Che alla fine quello è il suo dannatissimo compito. Che cazzo. Che tutti lo odiano. Povero cristo. Che la maggior parte delle volte scrive cose che non esistono proprio. Usa termini che io manco per niente. E mi fa perdere il filo dei discorsi. Però io gli voglio bene. Nonostante tutto. Perché a volte lui mi ascolta. E capisce le mie priorità. Come quando mi tiene in memoria le parolacce peggiori. Cosicché io non debba faticare a riscriverle continuamente. Insomma. Io non lo abbandonerò. Perché, in fondo, sono una brava persona. E niente. Tutto questo per dirvi che oggi sono felice. Che ieri sera sono andata a dormire strafatta come neanche dieci anni fa. Che Mexes ha fatto un goal che mamma mia. Che il mio vicino interista ci ha sentiti urlare come non succedeva da troppo tempo. E ha pensato, cazzo. Ma tu guarda cosa mi doveva capitare. E ha messo a letto il suo bambino interista dicendogli "tranquillo, tra poco sarà tutto finito, dormi." Che ho scritto un capitolo del romanzo e questo mi rende euforica al punto che stamattina quando hanno passato Maria dei Blondie ho ballato saltellando sui miei nuovi stivaletti rossi. Felice. Perché ho scoperto che anche con il nuovo taglio posso farmi i capelli così. Eccheccazzo. Son soddisfazioni. O no?



 

Dimenticavo. Il professore ha il mio primo libro. Finalmente. E io aspetto con ansia la sua opinione. Senza la quale io proprio no. Non mi sentivo pronta. A spedire il tutto in mani sconosciute. Vi aggiorno.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

mercoledì 21 novembre 2012

Pesto di foglie di sedano


E niente. Immagino che ormai abbiate capito che ultimamente testa per scrivere zero. Tant'è che me ne sto qui a casa, davanti al pc. Con le cuffie e la musica a tutto volume. A friggermi il cervello cercando idee per non lasciare il secondo romanzo fermo a venti pagine. Cosa che non mi riesce affatto. Con immenso giramento di coglioni a nastro. Ecco. Che mi sembrava strano di essere arrivata a quattro righe senza imprecazioni. Insomma. Siccome in questi giorni ho dato cene come se piovesse, ho sperimentato qualche ricetta. Tipo questa. Che è una di quelle cose che mi vengono un po' così. Perciò immaginatemi in piedi nella mia cucina a fissare questo enorme cespuglio di foglie di sedano e a domandarmi come evitare di farle finire in spazzatura. Fatto? Sì. Sono quella con la kefiah, le calze rosse e la faccia sfatta. Già. Comunque. Questa crema l'ho proposta alla cena di Sabato scorso come accompagnamento per verdure fresche (finocchi, carote e roba così) o da spalmare su crostini di pane caldo. Però non mi dispiacerebbe provarla come condimento per la pasta. Cosa che probabilmente farò. Ma non stasera. Perché c'è il Milan. E perché non ho assolutamente voglia di alzare il culo dalla sedia e fare qualcosa di costruttivo. Si era capito?

Ingredienti:
  • una decina di noci
  • un mazzo di foglie di sedano
  • olio extravergine d'oliva
  • sale
  • pepe
  • acqua q.b.
  • il succo di mezzo limone
  • parmigiano (ma anche no)
Preparazione:

Beh. Non è che ci sia molto da dire, eh? Lavate le foglie e mettetele nel frullatore con un filo d'olio, sale, pepe, le noci, il succo di limone e il parmigiano. Frullate il tutto e se serve aggiungete un goccio d'acqua per amalgamare. Mettete la crema in frigo e servite fredda. Fine.
Come sono socievole, oggi. Mamma mia.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

martedì 20 novembre 2012

Tanti auguri a me

E un bel vaffanculo alla depressione post compleanno. E alle conseguenze di tale nefasta condizione psicologica. Che mi rende un essere disgustoso. Incline alle risposte acide. Ai capricci. Alle risse. Allo sguardo perso nel vuoto. Che mi impedisce di ridere alle battute del prossimo. Obbligandolo a battere in ritirata nel più breve tempo possibile per evitare la mia smorfia di disprezzo. Mi sento così incredibilmente depressa che me ne sto tutta sola con me stessa. Ad elaborare pensieri di una noia mortale. Che mi rendono una persona triste e priva di lucidità mentale. Sono talmente lamentosa che mi schiaffeggerei da sola. E cercherei di auto convincermi che andrà tutto bene. Anche se non avrò un cane. Anche se non ho ancora trovato una giacca rossa bella da poter dire stigrancazzi. Anche se non si lavora per niente. Anche se non ho realizzato i miei sogni. Anche se faccio fatica a perdonare. Anche se non posso cambiare il passato. Anche se il Milan ha venduto Thiago e Ibrahimovic. E ha tenuto Pato che sbaglia i rigori. Anche se mi sento infelice. Sapendo perfettamente quanto sia ingiusto da parte mia, sentirmi così.
Tanti auguri. A me



Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

venerdì 16 novembre 2012

Le chicche di Ade vol. 2

Il disturbatore: Settimana scorsa mi sono fatto male all'occhio. Ho veramente rischiato.
Cliente: Eh diamine poteva andarti molto peggio!
Il disturbatore: Davvero. Qualcuno ha guardato giù...
Ade: E ha sputato.

Inutile dirvi la mia percentuale di acidità, oggi.



Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

giovedì 15 novembre 2012

Tra Ade & La Zia (Parte 11)

Zia: Zia di cacchetta non farti sentire!!
Ade: Zia sto lavorando come una pazza. E poi ci siamo sentite ieri
Zia: Tu hai un'altra lo so
Ade: Ma finiscila
Zia: Basta. Mi comprerò un vibratore e starò sempre con lui. Tzè

Zia: Penserai a me quando ci andrai? Piccola caccola puzzolosa
Ade: Io ti penso sempre pustola mia
Zia: From culo with love
Ade: Mi sembra giusto
Zia: Zia ma tu mi ami?
Ade: Si zia
Zia: Sei arrabbiata con me?
Ade: No. Rompicoglioni.
Zia: :-(
Ade: Puzzi
Zia: Di te

Zia: Io puzzo tu puzzi egli puzza noi puzziamo voi puzzate essi puzzano... ma tu puzzi più di tutti... buongiorno la zia
Ade: Ciao occhio di vetro!! Ci vedi oggi?
Zia: No

Ade: Zia minchia ti ha detto ti amo e tu cosa gli hai risposto??
Zia: Io no
Ade: Ahahahahahahah non ti chiamerà mai più!!
Zia: Ma va me l'aveva già detto prima di ieri
Ade: Ma come io no!!! Ma figa!!
Zia: Eh zia è così
Ade: Ho capito ma ci son modi e modi
Zia: Eh vabbù che gli dicevo ti voglio bene
Ade: Cazzo ne so ti inventavi qualcosa
Zia: Tipo la mia religione non lo permette
Ade: Tipo guarda io sono una persona un po' particolare. Oppure tipo ho promesso alla mia amica che ti amo lo dico solo a lei.
Zia: Certo
Ade: Non essere scontrosa con me
Zia: Con te mai perché ti amo
Ade: Guarda che ti lascio se continui così. Altro che comprare casa a Casalpusterlengo e fare sette bambini
Zia: Infatti io avevo detto nove
Ade: Sai che non possiamo permettercelo. Poi chi le paga le tue cure psichiatriche
Zia: Ma io mi prostituisco per quelle
Ade: Sai che non voglio più che tu ti prostituisca. Dobbiamo voltare pagina
Zia: Non si può. Ciao Osvaldina
Ade: Ciao grulla

Ade: Zia state arrivando?
Zia: Ci ha fermate la polizia
Ade: Ti stai facendo sbattere da qualche sbirro?
Zia: Magari


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

giovedì 8 novembre 2012

Ci sei tu

Con i tuoi quindici anni. E quell'ingenuità sulle spalle. Tanto bella quanto pericolosa.
C'è lui. Con le sue mani su di te. Che ti dice scusa. Era da troppo tempo che volevo farlo. Ma tu non lo dici a nessuno, eh?
Ancora tu. Con la tua rabbia dentro. Che taci e tremi. Che ti domandi perché. E ti chiedi a quante altre ancora. A quante prima di te.
Poi c'è lei. Che smette di parlarti. Per quattro lunghi anni. Chissà lui cosa le avrà detto. Chissà cosa avrà tramato, per pararsi il culo. Dalle eventuali accuse di quella ragazzina instabile. Quella ragazzina a cui sorrideva. A cui diceva sono uno zio anche per te.
Ancora tu. Vorresti dimenticare. Parlarne a qualcuno. Ma non ci riesci. E mediti vendetta. Gli auguri ogni male. Ogni sofferenza. E ti chiedi lei cosa starà facendo, tutta sola.
Lui. Cosa ne avrà fatto, di lei?
Ecco. Lui. Il tempo passa. Lo vedi per la strada. Ti guarda trionfante. Pronuncia il tuo nome e sorride. Ammicca e ti squadra. Tu tiri dritto. Lo guardi con disprezzo. Vorresti sputare. Dare un calcio alla sua macchina. Tirarlo giù a forza e sbattergli la testa sul marciapiede. E invece passi. Fingendo indifferenza. Cosa che, negli anni, hai imparato a fare bene. E sai. Che lui non può più niente su di te. Anche se la ferita non è ancora chiusa.
Lei. Una telefonata. Una cena e due parole taglienti. Lei sa che tu sei forte. Sa che non tremi più.
Si ricomincia. Nulla è cambiato. O forse tutto. Ma lui non c'è. E a te non importa. Va bene così.
Ma ad un tratto, lui. Il corpo magro. Pallido. Gli occhi chiedono pietà. Domandano perdono. Qualcosa lo sta portando via. In un mondo sconosciuto. Un posto senza nome. E ad un tratto tutto l'odio passa in secondo piano. Non può che essere così. Ha fatto già abbastanza la vita. Per punirlo. Ma tu non riesci ad essere dispiaciuta. E nemmeno felice. Perché non si può essere felici, della morte. Non si può gioire, della malattia.
Lei. Lei lo ama. E tu ti chiedi se lo sa. Se lo ha sempre saputo. Se lui l'ha fatto anche con lei. La vedi immersa nelle sue foto. La vedi piangere. Non ci riesci, ad essere triste. Non puoi. Eri solo una bambina. E lui un uomo. E questa cosa non cambierà mai. Ma tu. Tu non hai più paura. Ma lei. Lei invece sì.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato 

martedì 6 novembre 2012

Tutto va bene

Ieri non sono caduta come una pera sul marciapiede causa sfondamento di un tacco e oggi non ho lividi dappertutto.
Non mi sta per arrivare il ciclo quindi non sto mangiando qualsiasi cosa a qualsiasi ora, non mi vedo grassa e orrenda e non ce l'ho con nessuno.
Non sto per andare dal dentista a farmi togliere l'apparecchio e quindi non ho paura.
Stasera non c'è il Milan e io non lo guardo col Disturbatore che oggi non mi sta per niente sul cazzo.
Non ho tagliato i capelli e di conseguenza non posso cercare di farmi piacere il taglio che non c'entra niente con quello che volevo io.
Tra poco non è il mio compleanno e io (come tutti gli anni) non ho la più vaga idea di cosa fare e quindi non mi verranno crisi esistenziali sul fatto di essere un'orsa di merda che non ha mai nessun tipo di idea.
Non ho problemi d'identità che mi impongono di vedere nero tutto quello che mi sta intorno.
E adesso non sto andando ad aprire la barretta di cioccolato alle nocciole grande come il mio avambraccio che custodisco gelosamente nel retro del mio negozio.
Non ho bisogno di un massaggio lungo tre ore e un quarto.
Non sono per niente lunatica.
E non sono per niente un'attaccabrighe.
Giuro. Che le cose stanno esattamente così.


Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato

venerdì 2 novembre 2012

Lasagne con ragù di soia


Insomma. Come vi avevo già accennato, Mercoledì la Patty è venuta nella mia nuova dimora per la seconda volta. Era da tanto tempo che non riuscivamo a vederci che abbiamo dovuto raddoppiare i Mercoledì per riuscire a fare tutto quello che volevamo fare e a dirci tutto quello che volevamo dirci. E probabilmente ci vedremo anche la settimana prossima perché io ho ormai un bisogno fisico di cibo giapponese. E niente. Le avevo promesso le lasagne e così è stato. Lei mi ha portato un sacco di regali che io ho apprezzato tantissimo. Tipo le banana chips al peperoncino. Le patatine a non so bene cosa ma stamattina le ho assaggiate e cazzo se erano buone. Una collana messicana con il mio segno maya. E un dolcetto di marzapane. Inutile dirvi che io ADORO la Patty. Appena arrivata ci siamo messe a sfogliare gli album fotografici di mio nonno e ci è partita tutta la mattina. Abbiamo pranzato e poi abbiamo chiacchierato sorseggiando caffè con in sottofondo Medal Of Honor (che c'era Mr. Ade attaccato all'Xbox). Ho sfogliato con ammirazione il blocco di disegni della mia amica (che è troppo troppo brava) e, infine, ci siamo messe a lavorare alla mia sinossi. Cosa che ci ha portato via ben tre ore del pomeriggio. Però, gente. E' fatta. E' finalmente pronta per essere spedita a destra e a manca. Comunque. Passiamo alle lasagne. Che io blatero ma alla fine son qui per questo. Ecco.
Ah dimenticavo.
Borgà, vaffanculo.

Ingredienti per una teglia da otto (e che nessuno osi dire A, ma neanche B. Per intenderci.):
  • 350 gr di lasagne fresche
  • 100 gr di fiocchi di soia
  • due bottiglie di passata di pomodoro
  • una mozzarella
  • besciamella
  • grana padano qb
  • rosmarino
  • sale
  • mezza cipolla rossa
  • olio evo
  • mezzo bicchiere di vino rosso
Prepararle:

Allora. Prima di tutto reidratate i fiocchi di soia in una ciotola con acqua tiepida per cinque minuti. Tritate la cipolla e soffriggetela nell'olio. Scolate la soia e buttatela nella pentola col soffritto. Sfumate con il vino e lasciate andare a fuoco bassissimo per qualche minuto. A questo punto aggiungete la passata, il sale, il rosmarino, coprite e lasciate cuocere per almeno un'ora, mescolando di tanto in tanto.
Quando il ragù sarà pronto procedete con la creazione della megalasagna. Procedete a strati: sugo, besciamella, lasagne, sugo, besciamella, mozzarella a pezzetti, grana, lasagne e via così fino a quando non ci saranno abbastanza strati. Infornate a 180° per circa mezz'ora poi alzate a 200° per altri dieci minuti. A parere mio le lasagne devono essere PIENE di sugo. E devono esserci così tanti strati che quando te le trovi nel piatto devi per forza fare "ooooooh" con un rivolo di bava all'angolo della bocca. Va bene la smetto.
Ecco. E poi volevo mostrarmi anche le mie adorate patate con paprika e aglio. Che possono rivelarsi immensamente utili quando avete bisogno di allontanare qualcuno. Garantisco io.


Sono troppo una fotografa, eh?

Questo post è stato originariamente scritto su Swanza blog, da Ade. E' possibile copiarlo parzialmente o interamente e modificarlo, basta che il post originale venga linkato 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...